Una Tesla Gigafactory a Taranto al posto dell’ex ILVA: “Ok Taranto, let’s do it!”
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La Puglia, più volte proclamata “la regione più bella del mondo”, da diversi anni sta vedendo decollare il turismo internazionale nei propri territori, in particolare nella zona della famosissima Valle D’Itria tra le province di Brindisi e Bari e in parte Taranto. Le case sono vendute a volte anche a 5.000 euro al metro quadro, circa il triplo di quanto valevano solo pochi anni fa, e pare sia solo l’inizio. È recente la notizia che annuncia la realizzazione di un hotel super lusso della catena Four Seasons sulla costa adriatica, vicino ad Ostuni e di una masseria ristrutturata nientemeno che da Louis Vuitton, sempre in zona Ostuni, nel brindisino, dove le stanze verranno affittate a mille euro a notte. Una ghiotta occasione per rivalutare il territorio, ma purtroppo non per la zona di Taranto.
Ostuni
Perché? Perché a Taranto c’è il mostro d’acciaio, ovvero l’ex ILVA, che da decenni ha inquinato i territori circostanti, come più volte dimostrato dalla magistratura, e questo scoraggia gli investitori del settore turistico a spostare i loro capitali in zona.
Chi ci perde? L’Italia intera, certo, ma soprattutto i tarantini, senza averne colpa, almeno non tutti. Tanti tarantini che si sentono derubati dall’ex Ilva che ha fatto crollare il valore immobiliare di una vasta area.
Lo stabilimento ex ILVA di Taranto
Questi tarantini hanno più volte manifestato in decine di migliaia nelle piazze e nelle vie della città, ma il più delle volte sono rimasti inascoltati, perché la generica richiesta di “chiusura” del mostro d’acciaio pare non soddisfare tutte le parti in gioco. Gli interessi dei lavoratori, i sindacati, gli interessi del porto mercantile, dell’indotto e dello stesso Stato italiano sarebbero in parte compromessi senza una pianificazione seria del futuro dell’area.
I cittadini di Taranto
La prossima grande manifestazione cittadina potrebbe però chiedere a gran voce la costruzione di una Gigafactory Tesla al posto dell’ex ILVA. Un’alternativa sostenibile per l’ambiente, una richiesta di riconversione precisa e definitiva quindi.
Ciò potrebbe scatenare una risonanza mediatica globale, perchè diciamolo, l’ex ILVA ha inquinato tantissimo non solo Taranto, ma tutto il pianeta, è uno degli impianti più climalteranti al mondo.
In poco tempo poterebbero arrivare in città figure come come Greta Thunberg, Leonardo Di Caprio, Al Gore, Bill Gates e tanti altri personaggi impegnati contro i cambiamenti climatici e lo stesso Elon Musk potrebbe arrivare un giorno a twittare: “ok Taranto, let’s do it!”
È un sogno realizzabile che vale la pena inseguire, certamente, ma è numericamente fattibile? Beh, non è impossibile.
Siamo concreti, alla fine è solo una questione di soldi.
ArcelorMittal ha acquistato l’ILVA per circa 2 miliardi di euro, che pare debba ancora pagare. Mettiamo che a Taranto ci siano esattamente 200.000 abitanti, è come se ciascun tarantino dovesse pagare circa 10.000 euro a testa. Vista la crisi che c’è in città, è impensabile acquistarla e chiuderla, anche se i tarantini fossero compatti a volerla acquisire e rivendere al miglior offerente, scelto questa volta direttamente dai cittadini.
La Gigafactory Tesla in Nevada per la fabbricazione di batterie
Per darvi un’idea di grandezza, il solo Elon Musk, ha un patrimonio personale di circa 200 miliardi. Comprare l’Ilva per lui sarebbe come investire solo l’1% del suo patrimonio personale. Se poi invece consideriamo la forza economica delle sue aziende, i numeri crescono ancor di più. La sola capitalizzazione di Tesla è di circa 1.000 miliardi di euro. Comprare l’Ilva per Tesla è come uno schiocco di dita, “vale” lo 0,2% di Tesla. Elon è una persona che ha sempre posto le sue “mission” davanti ai suoi interessi economici, ha investito tutto quello che aveva in Tesla, Space X e SolarCity. Per lui creare una fabbrica Tesla al posto di una fabbrica tra le più inquinanti al mondo, potrebbe essere una grande opportunità per contribuire alla decarbonizzazione del pianeta. Una Gigafactory a Taranto al posto dell’ex ILVA potrebbe davvero mettere d’accordo tutti, i cittadini esasperati dall’inquinamento, i lavoratori della fabbrica, del porto, dell’indotto, lo Stato che ne trarrebbe un enorme beneficio economico immediato e di PIL.
Occorre dimostrare però che a Taranto siano in tanti a volerlo, e che lo Stato sia pronto ad accogliere i preziosi investimenti di Elon Musk. Perchè l’auto elettrica ha un futuro certo, l’acciaio sporco avrà serie difficoltà a restare competitivo sui mercati. È recente la notizia che Volvo produrrà le sue auto solo con acciaio “verde” e tutte le altre case automobilistiche seguiranno a ruota, poi gli elettrodomestici e così via.
Nell’immagine, abbiamo posizionato la Gigafactory Tesla nel sito dove ora c’è l’impianto siderurgico dell’ILVA.
Inquesto videodal minuto 7:20 l’approfondimento sul tema:
Sono fantasie, ma la fantasia e’ la caratteristica di maggior valore dell’uomo. Piu’ che Red Bull e’ la fantasia che ci fa’ volare. E visto che ci siamo …. perche’ non concepire la trasformazione dell’impianto siderurgico a carbone in un impianto ad energia solare? Si potrebbero produrre in loco i pannelli fotovoltaici necessari e le strutture per generare altra energia non consumando spazio ma utilizzando meglio quello esistente ….. Non abbiamo solo l’ILVA in crisi vi e’ il mondo dell’auto … delle autostrade da modernizzare … magari con una tettoia fotovoltaica su tutta la superfice occupata dall’autostrada si parla di 7000 km forse non tutti utilizzabili ma 5 mila si. Un serpentone di centomilioni di metri quadri di fotovoltaico (5 mila km per una larghezza di 20 metri). Cercando quanto produce un metro quadro di fotovoltaico leggo che quel metro quadro produce su base annua in Italia dai 900 ai 1500 kwh. se lo moltiplico per cento milioni arrivo ad una cifra abbastanza alta …. Forse sufficiente a far funzionare l’impianto siderurgico … o forse no ma potrebbe essere una buona base di partenza … e …. in Italia vi sono anche 20 mila km di strade ferrate …..
Sono fantasie, ma la fantasia e’ la caratteristica di maggior valore dell’uomo. Piu’ che Red Bull e’ la fantasia che ci fa’ volare. E visto che ci siamo …. perche’ non concepire la trasformazione dell’impianto siderurgico a carbone in un impianto ad energia solare? Si potrebbero produrre in loco i pannelli fotovoltaici necessari e le strutture per generare altra energia non consumando spazio ma utilizzando meglio quello esistente ….. Non abbiamo solo l’ILVA in crisi vi e’ il mondo dell’auto … delle autostrade da modernizzare … magari con una tettoia fotovoltaica su tutta la superfice occupata dall’autostrada si parla di 7000 km forse non tutti utilizzabili ma 5 mila si. Un serpentone di centomilioni di metri quadri di fotovoltaico (5 mila km per una larghezza di 20 metri). Cercando quanto produce un metro quadro di fotovoltaico leggo che quel metro quadro produce su base annua in Italia dai 900 ai 1500 kwh. se lo moltiplico per cento milioni arrivo ad una cifra abbastanza alta …. Forse sufficiente a far funzionare l’impianto siderurgico … o forse no ma potrebbe essere una buona base di partenza … e …. in Italia vi sono anche 20 mila km di strade ferrate …..