Il nucleare, si sa, divide. A partire dai disastrosi fatti di Chernobyl del 1986, governi e organizzazioni si sono interrogati sull’opportunità di utilizzare questa fonte energetica. Il nucleare rappresenta oggi circa il 10% della produzione energetica mondiale. I principali utilizzatori sono l’America, l’Europa – con in testa Francia e Regno Unito – la Cina e la Russia.
Ed è proprio dalla Russia che arriva l’ultima innovazione in fatto di nucleare: una minicentrale per il riscaldamento residenziale installata a Pevek, una piccola cittadina della Siberia. Più esattamente la centrale si trova a bordo della Akademik Lomonosov una piattaforma attraccata al largo della costa a circa un miglio dalla terraferma.
La nave è arrivata nella cittadina siberiana nel 2019 dopo un lungo viaggio nel mare artico iniziato dai cantieri di San Pietroburgo.
La tecnologia è entusiasmante a detta di Jacopo Buongiorno, professore di scienza e ingegneria nucleare al Massachusetts Institute of Technology, intervistato dal New York Times: “Questi piccoli reattori potrebbero anche riscaldare serre o fornire calore per scopi industriali. I russi sono avanti”.
Non dello stesso parere sono gli ambientalisti che hanno già ribattezzato la Akademik Lomonosov come la Chernobil dei ghiacci o Nuclear Titanic.
Come funziona l’impianto e perché è innovativo
Il riscaldamento residenziale alimentato direttamente dal nucleare si distingue dal funzionamento delle attuali centrali nucleari. Oggi il nucleare viene utilizzato per produrre energia elettrica, la quale alimenta, tra l’altro, impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda.
Il reattore di Pevek salta di fatto un passaggio. Il riscaldamento nucleare diretto fa circolare l’acqua senza intermediazioni dalla centrale alle aree residenziali, trasferendo il calore direttamente dagli atomi di uranio in fissione alle abitazioni.
E così una meravigliosa e rilassante doccia calda arriva nelle case direttamente dal reattore nucleare. La sola idea potrebbe sembrare leggermente inquietante, ma gli abitanti non paiono essere preoccupati dalla novità.
Riscaldare le case con l’energia nucleare ha anche dei benefici ambientali, dicono i sostenitori dell’idea. In primo luogo, si evita di sprecare il calore delle torri di raffreddamento delle centrali nucleari, e invece lo si cattura per usarlo nel riscaldamento residenziale.
I due nuclei della centrale sono raffreddati da una serie di anelli d’acqua. In ogni reattore, il primo circuito è contaminato da particelle radioattive. Ma quest’acqua non lascia mai l’impianto. Attraverso degli scambiatori trasferisce il calore – ma non l’acqua contaminata – ad altri circuiti.
La Russia ha abbracciato il riscaldamento nucleare residenziale come una soluzione potenziale, sperando che possa portare un vantaggio competitivo anche per l’ambiente. .
E i cittadini cosa dicono?
“Personalmente, non sono preoccupato”, ha detto Pavel Rozhkov, cittadino di Pevek al New York Times, ma c’è anche chi ha accolto la novità con un pizzico di scetticismo. La nave è proprio lì, a poche miglia dalla loro casa e la possono vedere direttamente dalla finestra della cucina.

Il vicesindaco della cittadina, Maksim Zhurbin, assicura di aver spiegato alla popolazione cosa sarebbe successo e non ci sono state obiezioni: “I residenti non possono scegliere di non ricevere il calore nucleare, ma hanno per lo più accolto con favore il nuovo impianto. Nessuno si è lamentato durante le udienze pubbliche prima dell’arrivo della chiatta.”
Anche la Rosatom, compagnia nucleare statale russa, si affretta a rassicurare la popolazione sulla sicurezza dell’impianto capace di resistere allo schianto di un piccolo aeroplano. Un guscio funge da struttura di contenimento e l’acqua che circola negli edifici è a una pressione più alta del circuito di raffreddamento, impedendo di fatto che una fuga di radiazioni si diffonda in città.
Cosa fa il resto del mondo
I minireattori sono già pronti per essere testati negli Stati Uniti, tra l’altro da General Electric e Westinghouse, con una dozzina di progetti previsti per il 2023. In un esempio estremo di miniaturizzazione, l’esercito americano ha ordinato un reattore abbastanza piccolo da entrare in un container. Due compagnie, BWXT e X-energy, sono in competizione per consegnare il dispositivo raffreddato ad aria.
Ma nel mondo l’approccio al nucleare è assai vario. Se paesi come la Russia e gli Stati Uniti sono pronti all’innovazione nucleare, la Germania, ha intrapreso una strada opposta. Il paese ha infatti deciso di chiudere tutte le sue centrali nucleari dopo il disastro di Fukushima in Giappone nel 2011.
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L’Italia, insieme ad Austria, Danimarca e Uruguay sono gli unici paesi al mondo la cui legge non prevede la costruzione di reattori nucleari sul proprio territorio.
E voi sareste pronti per una doccia al nucleare?
La nostra deve essere la strada dello sfruttamento delle radiazioni. Sono abbondanti, pulite e sappiamo sfruttarle ed immagazzinarle,
Le radiazioni solari sono l’unica fonte energia sulla quale dovremmo puntare anche per via del superamento di enormi problemi sociopolitici legati a tutti i modi complessi di produrre energia: fossile e nucleare sono l’esempio di un vecchio retaggio che vede tecnologie complesse e costose imporsi nei settori strategici, al fine di tenere il più possibile sotto controllo la filiera che le governa.
Il nucleare è una tecnologia superata, sebbene affascinante. Costosissima e con costi di gestione e decommissioning imbarazzanti.
Oggi non c’è una tecnologia diversa: la fusione nucleare è un sogno che forse i nostri figli vedranno in fase Embrionale al 2080 ed il contenimento di una temperatura così alta è affidato a complessi anelli elettromagnetici, insomma, macchine costosissime che difficilmente vedremo vivere per davvero.
Il nucleare conviene solo a chi, come la Russia con il gas, vuole mantenere il controllo delle risorse, non avendo altre interessanti o strategiche tecnologie ed innovazioni da proporre all’Occidente.
Vuoi mettere fare una doccia agli isotopi e di notte brillare di luce propria?