Avrei voluto iniziare il mio articolo dicendo che viaggiare in Tesla è una figata pazzesca. E l’avrei finita qui, cavandomela con poche righe senza aggiungere altro. Ma capisco che per voi teslisti questa è roba nota e vogliate sapere qualcosa di più del viaggio.
Dunque, la combriccola è effervescente ed eterogenea. Dai 18 agli over 70, a partire dalla coppia presidenziale, all’equipaggio Mariuccia con l’avvocata che rincorre i runner, lo svizzero carwash addicted, la giornalista e il secondo driver ‘bello bello’. E poi la famiglia altoatesina supersmart, papà e tre figli trentenni, il velista/biker che nelle sue escursioni mattutine ha avuto un incontro ravvicinato con un orso e i jepparoli fuoristradisti che amano ancora di più la loro “Teslsona”. E ancora lo strano trio, i babies, gli universitari del gruppo, nottambuli e festaioli e la loro simpaticissima super tautuata driver che un po’ li adora un po’ li rispedirebbe a casa. Completano il gruppo i crotonesi, padre e figlio, che se la prendono comoda, ma quando c’è da schiacciare sull’acceleratore papi non scherza, lo sfortunato che ha forato il primo giorno del tour, ma non ha mai perso il sorriso e quelli del ‘meno viaggio più vacanza’. Infine il nostro faro, un po’ rumeno, un po’ norvegese, ma con spirito 100% italiano che ha scovato i posti pazzeschi che abbiamo visitato e li ha collegati a mo’ di puntini sulla settimana enigmistica per confezionare un giro memorabile. In totale 24 persone a bordo di 10 Tesla.
E poi ci sono io. Che salto da un equipaggio all’altro per conoscerli tutti e carpire qualche segreto sulle Tesla, offrendomi più volte come driver di riserva, ma nulla, nessuno molla la sua auto. Ce la farò prima della fine del tour a guidare una Tesla? Chissà…
Intanto viaggio a turno sulle varie auto alla scoperta della Romania, o meglio della Transilvania che è un luogo fantastico e inaspettato. È il paese degli orsi, delle nuvole di panna e delle case colorate. Ingiustamente conosciuta solo per il castello di Dracula, offre panorami naturali mozzafiato, con una fauna ricchissima in cui il capo incontrastato è l’orso. È possibile incontrare intere famiglie con i cuccioli sul ciglio della strada per nulla intimoriti dal passaggio delle auto. Non è raro imbattersi anche nelle volpi, così come in greggi di pecore che invadono la carreggiata, mucche e carretti trainati da cavalli.
Dovunque il cielo è sempre terso, di un blu intenso con nuvoloni bianchi che si muovono veloci. Sia ai 1500 metri di altezza nel parco naturale di Bucegi o sulla Transalpina, sia nelle tante città che abbiamo visitato, da Sibiu a Braṣov, da Sighiṣoara, ad Alba Iulia fino a Timiṣoara.
Day #1
Ma cominciamo dall’inizio. Il nostro viaggio parte da Belgrado, in Serbia, tappa necessaria in direzione Romania, sia per ricaricare le auto sia per una visita obbligata al Museo Nikola Tesla, il geniale inventore serbo, papà della corrente alternata, a cui deve il nome la multinazionale di Elon Musk. In Serbia ci fermiamo lo stretto necessario per passare velocemente il confine con la Romania.
Abbiamo tutti la sensazione che la Serbia sia un paese duro, severo. È nei fatti il più vicino alla cultura russa. La lingua è la stessa di tutti gli altri paesi ex Iugoslavi, ma qui le scritte sono in cirillico. Non fa parte dell’Unione Europea, non c’è roaming dati e tutto questo ci fa desiderare di lasciarla il prima possibile.
La Romania ci accoglie con il viso sorridente di Florida, la poliziotta di frontiera. Come so il suo nome? Eh, perché il mio autista comincia a fare il galante con lei, facendole i compimenti e chiedendole come si chiama. Così tra una chiacchiera e l’altra ci chiede dove andavamo, cosa facciamo in Romania, che lei ama l’Italia … Una sosta per una cena al tramonto sul Danubio, qualche litigio con le colonnine di ricarica (non Supercharger) e poi via verso l’albergo a Targu Jiu.
Day #2
Il secondo giorno ci aspetta la mitica Transalpina, una delle strade più alte d’Europa. 148 km nei Carpazi Meridionali per raggiungere l’altitudine di 2,228 metri con soste nei punti panoramici e pranzo caratteristico con specialità locali in un b&b circondati da abeti e lungo il corso di un torrente. Scendendo verso Sibiu incontriamo in successione piccoli villaggi dall’architettura sassone dove la popolazione parla la lingua tedesca. Donne anziane con il foulard in testa, contadini, carretti trainati da cavalli, bambini incuriositi dalla nostra carovana e cataste di legna in piazza e di fronte alle case. Qui sembra davvero un altro mondo, un’altra epoca, ricca del fascino di altri tempi.

Day #3
Il terzo giorno scopriamo la prima delle città della Transilvania: Sibiu. Le sue architetture ricordano quelle dei paesi austroungarici. Sembra quasi di essere a Vienna. Il tetto della cattedrale evangelica di St Mary rivestito da migliaia di maioliche colorate ricorda quello del Duomo della capitale austriaca. Un giro veloce per la città per percorrere un piccolo tratto della Transfăgărășan, una delle strade più belle del mondo. È aperta solo d’estate, dall’inizio di giugno in poi, ma ne possiamo fare solo un pezzetto fino alla Cascata Capra, da lì in poi la strada si interrompe. Ma il viaggio si rivela una vera sorpresa, con intere famiglie di orsi sul ciglio della strada in posa per farsi fotografare, consapevoli di essere loro le vere star.

Day #4
Il nostro viaggio prosegue e non possiamo non visitare il famoso castello di Bran, conosciuto turisticamente come il castello di Dracula perché il personaggio di fantasia dei libri di Bram Stoker vive in un castello della Transilvania la cui descrizione corrisponde effettivamente al Castello di Bran. Nella realtà Bram Stoker non visitò mai la Romania. Ha raffigurato l’immaginario castello di Dracula basandosi sulla descrizione che aveva a disposizione nella Gran Bretagna di fine secolo.
Il conte Dracula viene spesso confuso con Vlad III, personaggio storico realmente esistito e principe della Valacchia vissuto tra il 1430 e il 1477 in Transilvania. Era conosciuto con il nome di Vlad l’Impalatore (Vlad Tepeṣ in rumeno) o Vlad Dracul o Dracula dal soprannome di suo padre Vlad II. Dracula nella lingua locale significava Diavolo, per la crudeltà con cui affrontava i nemici. Il vero castello dove visse Vlad III si trova poco distante, ma ne rimangono solo alcune rovine.
All’interno del parco del castello di Bran abbiamo potuto accedere con le nostre Tesla, grazie al Club locale Tesla Happy Owners Club Romania (THOR) che ha organizzato per noi una giornata fantastica con tanto di pranzo nel Castello con uno chef speciale che ha cucinato solo per noi. Nella giornata dedicata ai castelli proseguiamo per i castelli di Peleṣ e Peliṣor per finire la giornata nel parco Naturale Bucegi a 1500 mt di altitudine nel cuore dei Carpazi.

Day #5
Nel quinto giorno di viaggio scendiamo a valle e ci dedichiamo alla visita delle più belle città della Transilvania con le loro architetture sassoni e le piazze coloratissime. Cominciamo da Braṣov, per arrivare a Sighiṣhoara, patrimonio dell’Unesco, con un centro storico perfettamente conservato e gli edifici caratteristici di una cittadella medievale. Interessanti le case degli artigiani che conservano ancora i laboratori e i relativi attrezzi di lavoro.
La giornata termina ad Alba Iulia, con la visita notturna alla cittadella di Alba Carolina, costruita tra il 1715 e il 1738 in nome dell’imperatore Carlo VI. Ogni nuova fortezza ha incluso quella vecchia: il castro costruito dai romani, la fortezza medievale e la fortezza settecentesca a sette punte in perfetto stile Vauban, l’ingegnere francese che sotto il re Sole teorizzò e realizzò le principali città bastionate francesi.

Day #6
Si riparte il giorno successivo alla volta di Campemi e alla visita delle miniere d’oro attive fin dai tempi dei romani. La guida un po’ teatrante e un po’ generale della Gestapo ci guida nei meandri della terra a oltre 50 metri di profondità raccontandoci la storia di sfruttamento che dura da secoli. Campeni e la sua miniera di Roșia Montană sono una vera scoperta. L’oro dai Carpazi è stato portato dall’imperatore Traiano fino a Roma, rimanendo comunque la più grande riserva d’oro d’Europa con risorse stimate intorno al 10% dell’oro dell’intero pianeta. Oggi il territorio è dichiarato patrimonio dell’Unesco e non è più possibile fare alcuna attività estrattiva, ma esiste ancora un arbitrato internazionale con la compagnia canadese Gabriel Resources che ha acquistato i terreni nel 1999 promettendo di gestire il sito in modo sostenibile, anche se così non è stato. A oggi il futuro di questo piccolo gioiello sconosciuto è ancora incerto, ma gli abitanti locali che ci hanno accompagnato in questo giro unico sperano in un futuro turistico.

Day #7
Ultimo giorno in Romania in viaggio verso Timisoara, città simbolo della rivoluzione anticomunista contro il regime di Ceaușescu del dicembre del 1989. Visitiamo i luoghi da dove tutto è iniziato e che portano ancora i segni delle rivolte, come palazzo Löffler dove sulla facciata si possono ancora vedere chiaramente i fori di proiettile a distanza di oltre 30 anni.

Tempo di bilanci
Il nostro tour finisce a Budapest, dove ci vorrebbe ben più di un pomeriggio per girarla tutta, ma ci accontentiamo di visitare il castello nella parte alta Buda per una visione d’insieme della città. La serata è tempo di bilanci. Per tutti la Romania è stata una sorpresa, un paese molto più europeo di quanto si sarebbero aspettati.
“Mi sono chiesto se io l’avrei fatto” mi racconta Martin parlando dei volontari locali che a Campeni ci hanno accompagnato con il loro SUV nel giro alle miniere a cielo aperto “e così quando siamo scesi in paese gli ho chiesto se avessi potuto fare qualcosa per ringraziarlo. Mi ha chiesto di provare la Tesla e quando la guidava tremava per l’emozione. È stato commovente”
Altre persone, adulti e bambini, che non avevano mai visto una Tesla prima si sono accalcati nella piazza di Campeni dove abbiamo lasciato le macchine per qualche ora. La curiosità dei bambini era la più emozionante, ma anche adolescenti come Emmanuel, 17 anni, venuto da Alba Iulia solo per vedere da vicino una Tesla o chi la Tesla l’ha già comprata, ma senza averla mai provata e non vuole perdersi questa occasione.
Marco invece è rimasto affascinato dalla cittadella di Alba Carolina: “si respira il profumo della storia dall’epoca romana fino ai giorni nostri”. Luigi “ci tenevo tanto a fare questo viaggio e devo dire che le aspettative sono state superate di gran lunga.”
E quindi rimango solo io. Ce l’avrò fatta alla fine a guidare una Tesla? La risposta è sì! E la conclusione è sempre la stessa. Guidare una Tesla è una figata pazzesca!