Più limitazioni alle polveri sottili: è la richiesta che arriva dagli oncologi riuniti a Madrid per il congresso della Società Europea di Oncologia Medica che si conclude oggi. Particolato, PM10, sono termini che abbiamo imparato a conoscere e che sono responsabili dell’inquinamento atmosferico che causa oltre 7 milioni di decessi all’anno a livello mondiale.
Ne abbiamo parlato con il prof. Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, ente non-profit di riferimento a livello internazionale sugli effetti che i cambiamenti climatici hanno sulla salute umana. L’associazione è presente in Italia, in 8 stati europei e negli stati uniti e conta sulla collaborazione di oltre 400 scienziati in tutto il mondo.
“L’inquinamento atmosferico è oggi l’emergenza sanitaria di origine ambientale più importante a livello internazionale. – ci spiega il prof. Miani – Sono già stati superati i 7 milioni di decessi prematuri all’anno nel mondo di cui circa 400mila solo in Europa. Nonostante il decremento rispetto alle penultime rilevazioni, l’Italia resta in testa alla classifica per numero di decessi dovuti all’inquinamento atmosferico. Siamo a circa 80.000 decessi prematuri all’anno che incidono, secondo gli studi condotti dalla Commissione Europea, in costi sanitari diretti pari al 10% del PIL nazionale”
Le sorgenti di inquinamento ambientale sono principalmente le combustioni, in questo ordine:
- Riscaldamento degli edifici
- Allevamenti intensivi
- Traffico veicolare
- Attività industriali e agricole
E il triste primato dell’area più inquinata d’Europa spetta alla Pianura Padana. Ciò è dovuto alla conformazione orografica dell’area che impedisce la dispersione di ciò che viene immesso in atmosfera specialmente nei mesi invernali.
Ma non solo nella la Pianura Padana, l’inquinamento è presente anche nelle grandi città del centro-sud come Roma, Napoli, Palermo oltre ad altre aree specifiche per la presenza di attività industriali concentrate come Taranto e le sue zone adiacenti.
Le auto principali inquinanti nelle grandi città
Il traffico veicolare nelle grandi città incide molto di più rispetto alla media. A livello nazionale ha un’incidenza del 23% tra inquinanti primari e secondari mentre in una città come Milano supera addirittura il 70%.
“Che si tratti di una larga incidenza o di un incidenza minore – conclude il prof. Miani – ridurre l’inquinamento atmosferico con una transizione verso la mobilità sostenibile è una delle formule che possono incidere in maniera repentina nella riduzione degli inquinanti principali e che si traduce anche in una sostanziale riduzione delle patologie che interessano il sistema cardiovascolare e il sistema respiratorio.”
Di questo e altro ne abbiamo parlato nelle nostre dirette del lunedì, sui temi della mobilità sostenibile, della transizione ecologica e sulle novità del mondo elettrico.
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