Matteo sta viaggiando in relax cullato dal sistema di guida semiautomatica più avanzato al mondo quando improvvisamente la sua Model 3 scarta bruscamente puntando con decisione verso il guardrail a lato di una piazzola di emergenza: solo la prontezza di riflessi e le mani sul volante lo salvano da uno schianto sicuro. Con l’adrenalina ancora in circolo dopo pochi chilometri nuovo colpo al cuore per la Model 3 che mette la freccia e entra in velocità nella piazzola di emergenza.
La voce del quasi incidente corre veloce sulla chat Tesla Owners Italia e dopo poco Matteo scopre che anche altri hanno rischiato un incontro ravvicinato con l’acciaio dello spartitraffico sul medesimo tragitto. A questo punto la domanda è lecita: il sistema di guida Tesla è veramente sicuro… sempre? L’auto pilota, nome un po’ snob con cui Tesla ha battezzato il suo assistente alla guida, basa il funzionamento sulla geolocalizzazione, sui sensori a ultrasuoni a corto raggio e, soprattutto, sulle sette telecamere che circondano l’auto.
Le immagini vengono processate da un potente computer che riconosce segnaletica, auto, biciclette, pedoni, semafori e tutto ciò che è utile per guidare l’auto. Il riconoscimento delle immagini è un compito che assorbe tantissima potenza di calcolo e, proprio per questo Tesla, unico esempio nel mondo automotive, progetta in casa il chip microprocessore della guida assistita.
Il prossimo hardware che verrà installato gratuitamente anche sulle Tesla già circolanti, avrà addirittura due processori uguali che lavorano in parallelo per garantire una doppia sicurezza. A cosa siano dovute i quasi incidenti di Matteo non è ancora del tutto chiaro; gli aggiornamenti software on line migliorano costantemente l’affidabilità della guida assistita ma le mani sul volante anche in auto pilot sono sempre obbligatorie!
Per vedere il quasi incidente di Matteo:
https://youtu.be/RLmwi6gPu2U