Il mercato dell’auto elettrica registra una crescita costante negli ultimi 5 anni, nonostante l’attuale crisi dell’automotive. In Italia secondo l’analisi dell’Osservatorio Autopromotec sulla base di dati Aci, nel 2017 le immatricolazioni di auto elettriche erano poco più di 2000, mentre nel 2020 sono state registrate oltre 30.000 nuove immatricolazioni. Questa quota è già stata superata nei primi sei mesi del 2021.
Ma se da una parte si riscontra una crescita nelle immatricolazione non è raro verificare il fenomeno inverso. Vale a dire guidatori che hanno scelto un veicolo elettrico che ritornano all’auto termica delusi dal suo utilizzo. Le ragioni sono differenti e vanno dall’insoddisfazione della rete di ricarica sul territorio, dall’impossibilità di poter ricaricare in tempi ragionevoli nei lunghi viaggi, alla delusione nelle prestazioni, all’autonomia minore del dichiarato.
Questo raramente accade con Tesla e abbiamo così provato ad analizzare il fenomeno mettendo a confronto le quattroruote di Elon Musk con auto elettriche di fascia medio/alta prodotte da altre case automobilistiche.
Rete di ricarica
Il vero punto di forza di Tesla è la rete di ricarica. In tutta Europa può contare su una distribuzione capillare di Supercharger, stazioni di ricarica veloce esclusive Tesla, con oltre 3000 punti, collocati a una distanza di circa 200 km l’una dall’altra. Questo garantisce al guidatore Tesla una colonnina dedicata, libera e funzionante, che gli permette di caricare nella batteria 250 chilometri di autonomia in 20/30 minuti. Così la programmazione di un viaggio di lunga percorrenza avviene in tempi ragionevoli, in linea con quelli di un veicolo termico ed è assicurato dai rapidi tempi di ricarica.
È infatti già di 4 anni fa il giro d’Italia fatto con una Tesla Model S Long Range dal team di Tesla Owners Italia: 3500 chilometri da Milano fino ad Aosta per poi scendere fino a Reggio Calabria e risalire dalla Puglia lungo la costa adriatica fino al Brennero per poi rientrare a Milano. E tutto in soli tre giorni comprensivi di soste in albergo!
Tesla ha infatti pensato all’infrastruttura di ricarica in contemporanea alla distribuzione dei veicoli (e non dopo!) garantendo allo stesso tempo capillarità di stazioni esclusive e velocità di ricarica. Oltre alla rete dei Supercharger Tesla può contare su un’altrettanto fitta rete di Destination Charger, posizionati in alberghi e strutture ricettive dove poter effettuare la ricarica completa durante la notte.
Individuare la colonnina più vicina è immediato e l’intera rete è consultabile dal computer di bordo, così come via web dal sito Tesla con chiara indicazione del tipo di stazione, standard o veloce.
Non è così per le altre reti di ricarica distribuite sul territorio nazionale che non possono garantire uguale affidabilità nella disponibilità effettiva. Spesso le colonnine dei gestori tradizionali non sono disponibili in quanto occupate abusivamente da auto termiche e poi la necessità di app o tessere per abilitare la ricarica ne riduce la fruibilità. Con i Supercharger Tesla invece, arrivi, colleghi il cavo ed è l’auto che provvede al riconoscimento e poi al pagamento in autonomia. Sono soprattutto ancora poche le colonnine di ricarica veloce offerte dai gestori tradizionali. Secondo un’analisi di Motus-E il 95% dei punti di ricarica è in corrente alternata, mentre solo il 5% in corrente continua per la ricarica rapida. Questo rende un’incognita il viaggio di lunga percorrenza con un veicolo elettrico che non sia Tesla e fa desistere i proprietari che ritornano -purtroppo – al vecchio diesel.
Affidabilità delle colonnine
Anche l’affidabilità delle colonnine è un plus Tesla. Grazie al monitoring costante è impossibile trovare una stazione Supercharger non funzionante, occupata o non performante. Tesla opera un controllo continuo dei flussi delle proprie stazioni di ricarica e le aumenta in base all’utilizzo. È in grado di capire dove è presente una congestione e incrementa la rete per una distribuzione uniforme. È sintomatico il caso di Forte Dei Marmi che viene potenziata nel periodo estivo di grande utilizzo con due o più punti di ricarica temporanei e che è stata affiancata per la dorsale di scorrimento nord sud tirrenica con il Supercharger di Genova. E inoltre Tesla ha in progetto di triplicare la rete dei charger nel giro di tre anni.
Questo controllo costante non esiste nelle altre reti di ricarica, dove non vengono monitorati i flussi con altrettanta cura e dove non è sempre garantita la funzionalità. Basta semplicemente ricercare sul web una mappa delle colonnine sul territorio italiano per imbattersi in avvertimenti come questo: “le informazioni sulle stazioni di ricarica sono solo a titolo indicativo e devono essere controllate dall’utente prima dell’uso”. In queste condizioni la programmazione di un viaggio di lunga percorrenza diventa difficile e snervante se non si può contare con certezza su una stazione di ricarica veloce.
Autonomia e prestazioni
Ormai tutte le case automobilistiche (o quasi) hanno nel loro parco auto un veicolo elettrico, da Dacia a Porsche, da Hyundai a Bmw. Spesso chi sceglie un veicolo elettrico lo fa per fedeltà al brand, aspettandosi pari prestazioni tra un veicolo termico e l’equivalente elettrico. E purtroppo a volte ne rimane deluso. Se è vero che anche le auto elettriche possono raggiungere velocità elevate, i consumi di energia diventano però proibitivi, diminuendo sensibilmente l’autonomia della batteria. Certo in Italia esistono limiti di velocità nella rete autostradale, ma non è così in altri paesi europei dove si possono far correre le auto praticamente senza limiti. E così un guidatore di Porsche, Bmw o Mercedes, solo per citarne alcune, potrebbe rimanere deluso dalle prestazioni e per questo decidere di ritornare al benzina.
Chi guida Tesla è meno attratto dalle prestazioni e può contare su un algoritmo predittivo dello stato della carica estremamente preciso, che gli consente di ottimizzare le prestazioni dell’auto in base all’autonomia residua. Inoltre ancora una volta può contare su una rete di ricarica efficiente che gli permette di programmare il viaggio e gestire le risorse e (se vuole) spingere il piede sull’acceleratore senza rischiare di rimanere a secco di energia.
La rete di ricarica è dunque cruciale per l’espansione del mercato dell’elettrico e rappresenta il principale gap tra Tesla e gli altri brand. È ancora uno dei punti deboli che frena l’acquisto e fa desistere anche chi l’elettrico l’aveva già scelto. Queste differenze sostanziali tra Tesla e le altre case automobilistiche sono spesso poco note e il guidatore poco informato estende le difficoltà dell’elettrico a qualsiasi modello e marca, inconsapevole che le elettriche di Elon Musk sono un mondo diverso.
Di questo e altro, ne abbiamo parlato nella nostra diretta del 26 dicembre: