E dopo Tesla e Space-X, Elon Musk si dedica alle neuroscienze. Per la verità è di qualche anno fa, del 2016, la fondazione di Neuralink insieme ad altri soci. Lo scopo dell’azienda, nel breve termine, è quello di creare dispositivi in grado di curare gravi malattie cerebrali. Nel lungo termine invece si pone come obiettivo quello della simbiosi con l’intelligenza artificiale, che Musk vede come una minaccia per l’umanità se lasciata incontrollata.
Tra i disturbi che per i quali intende trovare una cura c’è anche l’acufene, il fischio fantasma percepito all’interno dell’orecchio in assenza di stimoli sonori esterni. L’incidenza dell’acufene nel mondo è piuttosto rilevante: si calcola che esso interessi il 10-17% della popolazione mondiale. La British Tinnitus Association stima che il 10% della popolazione del Regno Unito soffra di acufene mentre recenti studi epidemiologici riportano una prevalenza dell’acufene nella popolazione italiana adulta del 6,2%, ciò significa che più di 3 milioni di italiani soffrono di acufene.
Non per tutti però questo disturbo è invalidante. Vale a dire che la maggior parte delle persone che ne soffre riesce a condurre una vita normale, gestire lavoro e famiglia senza particolari disagi. Invece si stima che per il 2% della popolazione questo disturbo influisca negativamente sulla qualità della vita, rendendo difficile anche le più semplici attività quotidiane e disturbando il sonno.
Immaginate cosa significhi avere un fischio continuo nell’orecchio 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Roba da impazzire! A oggi non esiste ancora una terapia unica definitiva e risolutiva, anche se alcuni trattamenti si sono rivelati efficaci per ridurre il disturbo e ricondurre l’acufene a un suono non fastidioso.
Negli Stati Uniti circa 44 milioni di persone sono affette da tale disturbo e per 10 milioni di essi l’acufene è gravemente invalidante. E dunque anche Elon Musk con la sua Neuralink e il team di scienziati e ricercatori al suo interno partecipa alla ricerca di una cura risolutiva per questo disturbo.
È recente il tweet di Elon Musk in cui ipotizza che Neuralink sarà in grado di curare l’acufene nel giro di 5 anni, grazie a una rete di elettrodi impiantata nel cervello.
Elon: Neuralink will definitely cure tinnitus. Future devices will include 10,000-100,000+ electrodes https://t.co/jnIife7GT6
— Neura Pod (Neuralink Updates) (@NeuraPod) April 24, 2022
Come Neuralink può curare l’acufene?
Neuralink ha sviluppato un dispositivo neuroprotesico noto come interfaccia cervello-computer che, tra le altre cose, potrebbe curare l’acufene, così sostiene Musk. Ma è possibile?
Il dispositivo progettato da Neuralink, chiamato Link, ha le dimensioni di una moneta e viene impiantato a filo del cranio da un robot chirurgico di precisione. Il robot collega un migliaio di fili in miniatura dal Link a determinati neuroni. Ogni filo ha un diametro pari a un quarto di un capello umano. Il dispositivo si collega a un computer esterno tramite Bluetooth per una comunicazione continua avanti e indietro.
In futuro, le protesi Neuralink potrebbero aiutare le persone affette da vari tipi di disturbi neurologici in cui vi è una disconnessione o un malfunzionamento tra il cervello e i nervi che servono il corpo. Ciò include persone con paraplegia, tetraplegia, morbo di Parkinson ed epilessia.
Dalla sua fondazione nel 2016, Neuralink ha reclutato neuroscienziati di alto livello provenienti dal mondo accademico e dalla comunità scientifica in generale per sviluppare la tecnologia per il trattamento di queste condizioni.
La scimmia che gioca con la forza del pensiero
Nell’aprile del 2021, l’azienda ha pubblicato uno straordinario video in cui vedeva Pager, un macaco di nove anni, che riusciva a giocare a Pong con la mente, grazie a un dispositivo Neuralink impiantato e collegato a un computer che eseguiva il gioco.
A Pager è stato mostrato come giocare a Pong usando un joystick. Quando faceva una mossa corretta, riceveva un sorso di frullato alla banana. Mentre giocava, l’impianto Neuralink registrava i modelli di attività elettrica del suo cervello. In questo modo si identificavano i neuroni che controllavano i movimenti. Quando il joystick è stato scollegato, Pager è stato in grado di giocare e vincere usando solo la sua mente.
Neuralink’s monkey can play Pong with its mind. Imagine what humans could do with the same technology https://t.co/6C6EJU3H5x via @ConversationEDU
— David Tuffley (@DavidTuffley) April 14, 2021
La sperimentazione sull’uomo per sviluppare ulteriormente il prototipo Neuralink dovrebbe iniziare verso la fine del 2022, a condizione che venga approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti.
Le affermazioni di Musk sull’acufene sono credibili?
Elon Musk ha dichiarato che il dispositivo Neuralink potrebbe curare l’acufene entro il 2027. Queste affermazioni possono sembrare grandiose. Tuttavia le opinioni del mondo scientifico sono controverse.
Le reti neurali hanno aiutato le persone fin dai primi anni ’60, quando il primo impianto cocleare è stato inserito in una persona con problemi di udito. Questo impianto, della dimensione di una moneta, inserito sotto pelle tramite intervento di neurochirurgia e collegato alla coclea (la parte più interna dell’orecchio) permette di ripristinare l’udito in persone praticamente sorde. Da allora, in 60 anni, sono stati fatti molti progressi.
I neuroscienziati sono possibilisti sul potenziale del dispositivo per il trattamento degli acufeni. Potrebbe anche essere utile per trattare il disturbo ossessivo compulsivo, riparare le lesioni cerebrali e trattare condizioni come l’autismo o le malattie degenerative del sistema nervoso utilizzando la stimolazione cerebrale profonda.
Quali sono i rischi?
La FDA classifica Neuralink come dispositivo medico di classe III, la categoria più rischiosa. Prima di iniziare la sperimentazione sull’uomo, Neuralink deve superare i rigorosi controlli normativi della FDA.
Per ottenere l’approvazione, l’azienda deve fornire dati esaustivi sugli studi clinici condotti su soggetti non umani (come la scimmia Pager) per giustificare in modo prudente il passaggio alla fase successiva. Alcune scimmie sono morte durante i test di Neuralink e i critici hanno sollevato dubbi sul benessere degli animali. Dunque il processo di approvazione per i test sull’uomo potrebbe richiedere ancora molto tempo.