Il 2020 sarà un anno cruciale per SpaceX e per la NASA che finalmente potrà lanciare in orbita i propri astronauti con razzi americani e dal territorio statunitense. Il 21 luglio 2011, con l’atterraggio dell’Atlantis STS 135, l’ultimo Space Shuttle, si era chiusa una pagina dell’astronautica a stelle e striscie. Da quella data, infatti, l’unico mezzo a disposizione degli astronauti americani ed europei per andare in orbita e raggiungere la International Space Station (ISS) è la vecchia Soyuz russa, rinnovata nel tempo ma progettata negli anni ’60 e in servizio dal 1966. La Soyuz viene lanciata unicamente dal cosmodromo di Baikonur nel bel mezzo delle steppe del Kazakistan, dato in affitto all’Agenzia Spaziale russa sino al 2050.
Il razzo Soyuz (qui sopra) è un vettore affidabile ma rappresenta una ferita nell’orgoglio per la NASA, che si vede costretta a utilizzare strutture e mezzi russi per portare in orbita i propri astronauti. Ma la musica sta per cambiare perché SpaceX e Boeing, su commessa dell’Ente Spaziale americano, entro il 2020 metteranno in servizio le proprie navicelle.
Boeing a dicembre ha lanciato nello spazio la Starliner che ha però esaurito il carburante per un errore dei computer di bordo ed è rientrata a terra senza raggiungere la ISS. Per fortuna era un volo di prova senza astronauti a bordo. La Dragon di SpaceX, invece, dal 2012 rifornisce regolarmente la ISS di materiali e provviste riutilizzando più volte la medesima capsula e il razzo Falcon 9.
L’appuntamento per il primo volo di Dragon 2 con a bordo gli astronauti è per febbraio 2020, non perdetevi la nostra diretta streaming!