Autopilot, il nome scelto da Tesla per la sua guida autonoma, è un sistema in grado di riconoscere la carreggiata, mantenere la direzione, tenere le distanze dai veicoli di fronte e reagire attivamente agli ostacoli avvisando o frenando in caso di possibile collisione. Il nome “Autopilot” è controverso: alcuni dicono sia fuorviante, perchè non è realmente indipendente, ma diciamo che ci stiamo arrivando.
Tesla è riuscita a creare il sistema più intelligente disponibile in questo momento; alla base c’è un hardware direttamente sviluppato “in house” senza alcun intervento esterno, un po’ come fanno i big player delle comunicazioni – Apple o Samsung per esempio – con un doppio processore per garantire la sicurezza di funzionamento. Il sistema raccoglie dalle 8 telecamere che circondano il veicolo un flusso incredibile di informazioni visive, le interpreta e reagisce di conseguenza: ogni secondo vengono analizzate circa 2300 immagini attraverso circa 144 milioni di calcoli!
Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale (AI), ogni immagine assume un significato, che sia il veicolo al fianco, un pedone, la mezzeria o i conetti dei lavori in corso. Dietro all’AI c’è però l’uomo, che letteralmente insegna al computer le regole di comportamento e di reazione a ciò che viene inquadrato e riconosciuto dalle telecamere. Da diversi anni i tecnici di Tesla insegnano ai processori delle auto come comportarsi nel traffico, e grazie alle oramai 900.000 Tesla in circolazione nel mondo, questo compito è molto più semplice.
Uno degli maggiori asset di Tesla è proprio la disponibilità della “sua” flotta di auto che viaggiano in tutto il mondo. È cosi possibile chiedere alle auto di raccogliere e inviare specifiche immagini che potranno poi essere interpretate dai tecnici, così da affinare sempre di più l’intelligenza artificiale. Servono immagini di biciclette? Ecco che la flotta potrebbe spedire immagini catturate dalle telecamere che raffigurano ciclisti ma anche biciclette fissate su portapacchi o parcheggiate per strada.
In questo modo è possibile insegnare all’intelligenza artificiale a distinguere le biciclette “importanti”, cioè quelle che viaggiano per la strada e quindi assolutamente prioritarie, da biciclette ferme o trasportate a bordo di altre auto. È un esempio banale, un caso tra i tantissimi che si incontrano sulle strade tutti i giorni , ma da ciò si comprende quanto complicato sia raggiungere una guida veramente autonoma!
In questo video ho provato a investire mia moglie con Autopilot attivo (ma non ce l’ho fatta)
Non ci sono informazioni in rete “ufficiali” di come effettivamente il sistema funzioni, quindi ho fatto alcune prove per verificarne il funzionamento e anche ripetute nel tempo, perchè di tanto in tanto Autopilot si aggiorna, aggiungendo nuove funzionalità e nuove capacità di rilevazione.
Ad esempio “Navigate on Autopilot” – funzione introdotta di recente – è una prima bozza di come sarà la guida autonoma al 100%: data una destinazione di arrivo, il sistema disegna sulla mappa il percorso e l’auto vi ci porterà, suggerendo anche i cambi di corsia per imboccare, ad esempio, le intersezioni autostradali.
In Italia questa nuova funzione è limitata e può risultare a volte anche pericolosa. Il problema è che Autopilot viene testato su strade americane e europee, che sono molto diverse dalle nostre, afflitte da una segnaletica vergognosa, improvvisata e carente nella manutenzione.
Autopilot quindi si comporta diversamente nei vari Paesi del mondo, in base alle regolamentazioni vigenti nelle zone in cui viene utilizzato. Nel nostro sono attive regole che riducono i tempi di reazione per il cambio di corsia ed anche l’angolo di sterzo massimo possibile. Queste regole ne limitano l’utilizzo e peggiorano di parecchio l’esperienza di guida, rendendo molto meno sicuro il sistema.
C’è chi dice che si tratti di un complotto delle multinazionali tedesche, che fanno pressione all’ente europeo preposto della verifica di questi sistemi, per limitarne al massimo l’utilizzo, dato che le auto da loro prodotte non hanno niente di così avanzato. Se così fosse, sarebbe davvero concorrenza sleale!
Un esempio di come la regolamentazione Europea limiti Autopilot di Tesla
In questo momento Autopilot di Tesla è in una fase beta, l’arrivo della guida completamente autonoma è ancora lontano, ma tutti noi speriamo che nei prossimi anni diventi una realtà consolidata e utilizzata da tutti i veicoli. Speriamo inoltre che vengano rimosse completamente queste regolamentazioni che ne precludono il buon funzionamento e che anche le altre case automobilistiche si impegnino per uno sviluppo massivo di questa tecnologia. La concorrenza, in questo caso, è sempre ben accetta! Con l’imminente arrivo del 5G ci aspettiamo diverse migliorie: è tempo che anche il nostro Paese e le nostre infrastrutture siano pronte al più presto e diano una spinta veloce a questa nuova tecnologia.