Negli ultimi dieci anni l’auto elettrica più venduta al mondo è stata la Nissan Leaf, pluripremiata icona globale della mobilità elettrica, adottata da tante famiglie e aziende, pubbliche e private. Negli ultimi mesi, però la Leaf – che nel 2011 ha vinto il Premio Car of The Year – in Italia ha ceduto il passo alla Hyundai Kona, alla smart e alla Tesla Model 3, davvero incontenibile tra le elettriche e in diretta competizione con alcuni modelli tradizionali.
La Nissan Leaf è però ancora l’auto elettrica più venduta al mondo, capace di realizzare il sogno di tanti automobilisti desiderosi di potersi muovere con alta efficienza (fino a 75 km/l equivalenti), senza emettere sostanze nocive e con costi di gestione molto contenuti. La Tesla Model 3 discendente della pluripremiata Tesla Model S, attesa spasmodicamente dal 31 marzo 2016, a marzo 2019 è sbarcata anche in Europa facendo subito il botto: le Model 3 consegnate hanno quasi pareggiato 9 anni di vendite della Leaf.
Io le posseggo entrambe, quindi voglio raccontarvi il punto di vista di chi le guida tutti i giorni. Le due vetture hanno in comune solo il fatto di essere 100% elettriche, ma in effetti sono profondamente diverse per impostazione telaistica, ergonomia, prestazioni, sfruttamento dei volumi, accessori, telematica di gestione, sistema di ricarica, insonorizzazione.
La Leaf è più comoda in città perché è ha la seduta più alta e l’accesso è più facile, gli sportelli si aprono fino a quasi 90 gradi, il portellone è comodo per caricare valige e spesa, è insonorizzata meglio, è più morbida come sedili e sospensioni. In inverno c’è la pompa di calore che consente di risparmiare energia e il volante riscaldato (se l’avete con il winterpack), ha un sistema di telecamere molto utili nelle manovre di parcheggio, cerchi che non si rigano vicino ai marciapiedi in città e la carrozzeria, inclusa la porta di ricarica, è resiliente agli inconvenienti della vita cittadina. Consuma poco e ricarica velocemente anche con tanti anni e chilometri sulla batteria, consente di affrontare anche trasferimenti autostradali programmando il viaggio e le soste, magari con l’ausilio di un sistema di gestione del viaggio disponibile on line. Ciò rende possibili trasferimenti anche di diverse centinaia di chilometri in giornata grazie alla rete di ricarica veloce sufficientemente capillare e… ad un po’ di fortuna.
La Model 3 è più grande ed è fatta per viaggiare tanto e bene, ma anche in città è agile e facile. È impossibile non essere notati anche solo stando fermi: teste che si girano, sguardi ammirati che si allungano a inseguirla finché possibile, curiosi e invidiosi, persino in autostrada! Sicuramente suscita emozioni. È anche più bassa, per questo è anche molto efficiente, e ha una coppia poderosa che permette riprese fulminee per disimpegni autorevoli in ogni situazione. Tiene la traiettoria come un kart grazie ad un centro di gravità bassissimo, rimane reattiva nelle curve, inarrestabile sulle salite, con una trazione sulla neve precisa. Consuma poco, è ben climatizzata, ha un sistema di assistenza alla guida efficace e il software si aggiorna cambiando funzioni e prestazioni quasi ogni due settimane. Per non farsi mancare nulla, anche l’impianto audio è eccellente. Impagabile poi la rete Supercharger dove ci si ferma 20 minuti per recuperare 250-280 km di autonomia spendendo 5 euro per 100 km.
Difetti? Manca un sistema per valutare l’ingombro della fiancata destra, ma i proprietari confidano in un aggiornamento software di gestione delle telecamere; è delicata in alcuni particolari della carrozzeria e gli interni che potrebbero essere studiati per una maggiore resilienza quotidiana.
Dopo tanti anni di Leaf posso dirvi serenamente cosa manca sulla Model 3. In ordine sparso: il portellone della giapponese è molto utile, il confort generale è migliore se non si gradisce sempre uno stile secco e sportivo. Le telecamere dell’Around View Monitor e la visione laterale anteriore destra nei parcheggi sono più efficaci, il tasto di ricircolo dell’aria è ad accesso immediato, il volante è riscaldabile.
Per par condicio, cosa manca della Model 3 quando si risale sulla Leaf? Primo, la coppia, poi l’angolo di sterzata generoso. Poter muovere la vettura dall’esterno con il summon è una gran cosa, il bagagliaio anteriore è utile, la gestione della macchina da smartphone anche con comandi vocali opzionali, la modalità sentinella che dà la possibilità di proteggerci da eventuali danni causati dai furbetti. L’assistente alla guida è sempre vigile (a volte anche troppo proattivamente). Sulla Leaf è molto meno performante anche l’autonomia e la velocità di ricarica. Per la Model 3, quindi, zero ansia e tempi di percorrenza uguali a quelli di vetture endotermiche.
Da perfetta stradista la Model 3 è infaticabile: in un viaggio di 900 km alla fine di una giornata lavorativa fatto con 3 soste di ricarica brevi, all’ultima la Model 3 era pronta a ripartire in 15 minuti ma io no, avevo bisogno di dormire perché erano le 4 del mattino e mancavano 150 km al letto.
Leaf e Model 3 sono vetture complementari. La prima va benissimo in città perché è comoda, funzionale per la famiglia e i bambini, si parcheggia meglio con meno patemi d’animo e ci si può viaggiare, se occorre. L’altra è imbattibile nei viaggi con servizi a supporto ineguagliati, un livello di sicurezza passiva giudicato a livelli di massima eccellenza (un plus importante anche per la famiglia) e quando è parcheggiata sa difendere il suo proprietario da problemi causati dai distratti o dai malintenzionati.
La Model 3 l’anno prossimo sarà prodotta in tre stabilimenti, con tirature molto più estese di quella di qualsiasi altro veicolo elettrico. La piccola Tesla meriterebbe tanti premi ma il più importante riconoscimento è il suo boom che non si ferma, si auto-alimenta con il passaparola di noi proprietari entusiasti e senza un centesimo di pubblicità: in strada se ne vedono sempre di più, le teste si girano, le menti si attivano, gli ostacoli culturali si sgretolano, la mobilità 100% elettrica vince. Nel 2007 era una balzana utopia.
Paolo Necchi