Era successo per la Cina e ora tocca all’Italia. Non mi riferisco al Coronavirus ma al calo di inquinamento dovuto all’emergenza “state a casa”. Le immagini dallo spazio del satellite Copernicus Sentinel SP e diffuse dalla Agenzia Spaziale Europea ESA mostrano una riduzione drammatica del diossido di Azoto NO2, un gas prodotto dalla combustione di combustibili fossili.
Wikipedia parla chiaro:
“Il diossido di azoto … è un gas dall’odore soffocante, irritante e caratteristico. È più denso dell’aria, pertanto i suoi vapori tendono a rimanere a livello del suolo. È un forte irritante delle vie polmonari; già a moderate concentrazioni nell’aria provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsioni e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni.”
L’effetto principale del DPCM è stato ridurre al minimo gli spostamenti che gli italiani fanno per andare a lavorare o per svago. Ma facciamo una considerazione: se oggi a fare la spesa ci andiamo a piedi o in bicicletta lasciando le auto ferme, l’attività industriale si è ridotta ma non fermata e neppure i riscaldamenti delle nostre abitazioni. Ciò ci porta a concludere che il crollo degli inquinanti è imputabile al blocco dei veicoli a benzina o diesel.
Il costo dell’inquinamento secondo l’OMS in Italia vale il 4% del PIL, pari a 90 miliardi di Euro all’anno. Cioè se annullassimo l’inquinamento passando a fonti rinnovabili, noi ogni anno risparmieremmo in sanità e lavoro perso quasi 4 volte l’importo, che già ci sembra enorme, dello stanziamento straordinario per contenere gli effetti sociali e economici del COVID 19.
Mi chiedo: cosa aspettiamo a svegliarci e a passare con decisione all’elettrico?