Ecobonus 110%: chi, come, dove e quando
L’ecobonus al 110% per gli interventi di miglioramento energetico è un’occasione unica per dotarsi delle più efficienti tecnologie disponibili a costo zero. Riguarda le abitazioni private ed entrerà in vigore dal 1° luglio e fino al 31 dicembre 2021 (non per quelle in costruzione) i cui proprietari si vedranno restituire addirittura più soldi di quelli spesi fino a un tetto massimo per ogni unità (purché intestata a persone fisiche e prima casa, anche nei condomini) a seconda del tipo di intervento: coibentazioni (60.000 euro), fotovoltaico (48.000 per edificio), colonnine di ricarica e wallbox, schermi solari, riscaldamento con pompe di calore al posto delle vecchie caldaie.
Una delle condizioni, però, è che più interventi vengano svolti contemporaneamente per salire di classe energetica di almeno di due livelli o comunque alla migliore ottenibile. Il rimborso è previsto in cinque rate annuali (al posto delle precedenti 10) ed è stata reintrodotta la cessione del credito all’impresa costruttrice o ad una banca, quindi in teoria l’intervento vi permette di non dover anticipare nemmeno un euro. Le imprese, a loro volta, possono ottenere il finanziamento da una banca cedendo il credito. La banca percepisce il 110% e mette a disposizione immediatamente fondi all’impresa per il 105%, quindi in attivo.
Ovviamente il sistema della cessione del credito, che in precedenza non aveva soddisfatto del tutti gli operatori del settore che vedevano il credito d’imposta rimborsato in 10 anni, è la chiave di tutto il sistema per il cliente finale, che può affrontare i lavori anche senza budget e senza spendere nulla. In questo caso rinuncia al “plus” del 10%, ma gli viene permesso di acquistare a costo zero.
All’atto pratico l’unica richiesta da parte del ministero è che gli interventi portino ad un passaggio di due classi energetiche (eccetto gli edifici in classe B, che possono passare solo alla A). Questo significa che sarà necessario mettere in atto almeno due di queste ristrutturazioni:
- cappotti ed isolamenti termici per almeno il 60% della superficie (verticale o orizzontale)
- sostituzione della vecchia caldaia con pompe di calore
- installazione pompe di calore
- installazione pannelli solari (con o senza accumulo)
- installazione wallbox
Infissi a bassa dispersione termica, tende da sole, pannelli solari per l’acqua calda, stufe a biomassa non hanno direttamente il bonus al 110% (rimane quindi il bonus già attivo al 65%) ma possono arrivare alla sovradetrazione se l’intervento viene fatto in concomitanza con le altre opere ammesse al bonus. Per tutte le opere per le quali si richiede il bonus è necessaria l’APE o Attestato di PRestazione Energetica rilasciato da un tecnico autorizzato.
La burocrazia, però, è in agguato: per aver diritto al bonus serve anche una certificazione della congruità del costo in rapporto agli interventi e l’invio della documentazione all’Enea, ma è allo studio l’integrazione di un unico portale per l’invio dei documenti che coordini l’Agenzia delle Entrate, l’Enea e il Ministero per lo Sviluppo Economico.