Si è discusso spesso, su questo sito e sui nostri social, di quando Tesla affronterà il mercato delle auto di segmento C (per intenderci, quello della della Leaf o della ID.3) o addirittura il segmento B (Peugeot e208, Opel Corsa-e). Questo perché all’orizzonte, specialmente nel mercato europeo, l’allargamento verso il basso non può prescindere da dimensioni più piccole rispetto a una Model 3 ma soprattutto la richiesta di prezzi d’ingresso sotto ai 30.000 euro.
Le Tesla di oggi sono auto molto avanzate, sicure, allo stato dell’arte per quel che riguarda l’elettronica e il software di gestione, la guida assistita, l’autonomia e le prestazioni, ma tutti dicono che costano care. E non si può dire che, a prima vista, abbiano torto, visto che il prezzo è invariabilmente sopra i 45.000 euro anche per la più economica delle Model 3, compreso qualche optional.
Ma c’è una una sorpresa: da qualche tempo è partita anche in Italia la campagna “adeguamento showroom”: in pratica 4.000 euro di sconto, il 10% a tutti indistintamente per una serie di modelli a stock in pronta consegna che portano il prezzo d’ingresso a poco più di 41 mila euro per una Model 3 Standard Range+. Va detto che su questo modello ci sarà presto un aggiornamento tecnico importante fra cui l’upgrade della batteria per la Long Range fino a 82 kWh grazie ai nuovi moduli Panasonic che permetteranno un’autonomia fino a 580 km Wltp.
Se a questi prezzi si aggiungono (o, meglio, si sottraggono) gli incentivi statali di 6000 euro per chi rottama un’auto vecchia e di 4000 per chi non ha nulla da rottamare (ancora disponibili e che arriveranno fino alla fine del 2021) e ancora quelli previsti dalle singole Regioni, che arrivano fino a 9600 euro per la Lombardia, considerando anche l’esenzione permanente o quinquennale dalla tassa di possesso, facciamo due conti compresa la rottamazione:
Prezzo di listino M3 SR+ Incentivo Statale Incentivo Regionale
41.750 euro -6000 -9600 totale 26.150 euro
Ma alla Tesla, quindi, serve realmente estendere la propria gamma verso il basso, almeno in finché ci sono incentivi così forti che sono presenti in tutti i Paesi d’Europa e anche, benché in misura inferiore e sotto forma di credito d’imposta, negli Usa e in Cina? Guardando i numeri sembrerebbe non essere una priorità. A parte che le auto compatte storicamente hanno meno appeal in questi Paesi, secondo i dati diffusi ai primi di ottobre, lo stock invenduto è irrisorio rispetto alla produzione, che nell’ultima parte dell’anno sta facendo registrare nuovi record e i tempi di attesa per le consegne della Model Y e della Model 3 si stanno accorciando da 7 a 4 settimane.
Quindi, tornando alla nostra domanda inziale, c’è davvero bisogno di una “utilitaria” Tesla, al di là degli annunci e dei teaser messi in circolazione qualche anno fa? Nonostante tutto sì, e sarà sviluppata in Cina per tutto il mondo, ma non si vedrà tanto presto. I rumors parlano del 2024, e non verrà messa davanti rispetto al folto programma di lancio per i modelli futuri come il Cybertruck e la Roadster.