“Ti va di venire al meeting dei soci di Tesla Owners Italia, sabato?” È la domanda del presidente di Tesla Owners Italia, che arriva solo a un paio di giorni dall’evento. Sono anni che non mi occupo più di mobilità sostenibile. Erano gli anni in cui si affacciavano sul mercato le prime auto elettriche che erano perlopiù piccoli mostricciatoli adatti a un uso cittadino con un’autonomia che ti portava da casa all’outlet in provincia. In quegli anni Tesla cominciava a farsi notare: bellissima, ma irraggiungibile.
Accetto dunque la sfida e mi metto alla guida della mia utilitaria (a benzina) che parcheggio defilata una volta arrivata a destinazione. Sul posto, al Tesla Store di Bergamo, ci sono già una decina di Tesla schierate. Non le ricordavo. Le loro linee sono pulite, essenziali, e allo stesso tempo estremamente eleganti, tirate a lucido per l’occasione. Ma c’è anche chi l’auto non l’ha lavata perché “una carrozzeria pulita e lucidata scivola meno attraverso l’aria. Avete presente la pallina da golf? Le micro increspature sulla superficie permettono una maggiore velocità”. È questa la Matteo-teoria per spiazzare gli altri concorrenti nella prova di abilità. Chissà se gli servirà a vincere?
Sì perché sbrigate le pratiche di accoglienza e il briefing prima dell’inizio della prova, si parte alla volta del Tesla Store di Brescia. È un test di abilità che piace ai teslisti: il migliore sarà chi arriva nel tempo prestabilito (velocità da turista domenicale) consumando il meno possibile.
Non mi faccio scappare l’occasione e mi aggrego all’equipaggio di Luca e Francesca, per il mio primo viaggio a bordo di Tesla Model Y, a dire il vero per il mio primo viaggio a bordo di una Tesla in assoluto. Non sto partendo con SpaceX, ma l’adrenalina è la stessa. Noto subito i dettagli delle maniglie a filo con la carrozzeria che schiaccio qua e là nel tentativo di aprire la portiera nell’ilarità degli altri passeggeri e intanto penso “ma guarda questi cosa si sono inventati per l’aerodinamicità dell’auto, ma perché nessun altro ci ha mai pensato prima?”
Finalmente sono a bordo. La Tesla Model Y è comoda, confortevole, spaziosa, con un ampio bagagliaio dove sta accucciato in tutta comodità Balù che si gode il suo viaggio facendo capolino ogni tanto per qualche coccola. Durante il viaggio la curiosità è tanta e sommergo Luca di mille domande, distraendolo dal suo principale obiettivo: la prova di abilità. Ma per fortuna c’è Francesca, navigatrice attenta che lo rimette in riga quando consuma troppo, quando frena troppo energicamente, quando rischia di sbagliare strada.
E così scopro tutta la tecnologia che sta dietro a Tesla. Sul cruscotto non ci sono bottoni, tutto si comanda dal grande display: luci, tergicristalli, riscaldamento e aria condizionata i cui flussi sono regolabili facendo scorrere il dito sul display. Per una geek come me, lo stupore è quello di una bambina davanti a Babbo Natale! E poi faccio domande sull’autonomia, sulla vita di una Tesla, sui costi e scopro che tutto sommato non è poi quell’auto inarrivabile che avevo imparato a conoscere anni fa, quando l’azienda era a rischio fallimento.
Nonostante le mie chiacchiere, il guidatore non si è fatto distrarre e siamo giunti a destinazione con un consumo medio di 142 Wh/km, che a detta di Luca è un buon risultato. Ed è così perché tra le Model Y è stato il migliore! (E io non mi sento in colpa)
Durante tutta la giornata ho parlato e intervistato alcuni appassionati possessori di Tesla. Il loro entusiasmo è contagioso e si percepisce. E non solo per avere tra le mani un’auto che è un concentrato di tecnologia e innovazione, ma anche per far parte di quella transizione ecologica di cui tanto si sente parlare e qui prende forma nei fatti.
E sì, ho deciso la mia prossima auto sarà una Tesla!