Monticelli Brusati, Franciacorta, sabato 20 novembre 2021. Nel cortile di Villa Baiana sono parcheggiate una quarantina di Tesla. È il meeting esclusivo per i soci Tesla Owners Italia. Arrivano da tutte le parti d’Italia: dalla Puglia al Piemonte, dalla Calabria al Veneto. Ma c’è anche chi arriva dalla Svizzera e persino dalla Norvegia! E così tra un calice di extrabrut e un risotto con riduzione di Franciacorta conosco i teslisti e le loro storie sempre affascinanti.
Chi sono i soci?
Comincio da Marzio, 56 anni, impiegato nel settore automotive, proprietario Tesla da settembre 2020: “Era il momento di passare a qualcosa di più evoluto, qualcosa che guardasse al futuro. Io sono un tecnico e cercavo qualcosa che mi desse nuovi stimoli di studio, di verifica, di apprendimento e Tesla era l’unica che rispettava questi requisiti. Ho scelto una Tesla per una questione economica, in prima battuta. Risparmio moltissimo considerando la mia precedente auto era 280 cv benzina. È incredibile quanto non si spende con la Tesla. In seconda battuta arriva l’aspetto ecologico e di sostenibilità ambientale.”
C’è chi invece ha fatto della sostenibilità il motivo principale della sua scelta. È Sabrina 38 anni, una delle poche donne proprietarie di Tesla. Da un mese e mezzo guida una Tesla Model 3 Long Range e ha già percorso 5000 km. Appena uscita dal concessionario si è messa al volante per raggiungere Berlino.
“La sostenibilità per me è una scelta di vita. Ho convertito tutta la casa in elettrico, ho abolito il gas, ho un orto e riciclo tutto il possibile. Ero stufa di essere presa in giro dalla lobby dell’endotermico, dei tagliandi, delle spese assurde e di buttare i soldi inquinando. Ho provato altre auto elettriche, ne ho configurate un po’, ma alla fine la differenza in termini di costi era irrisoria. Nessuno mi dà quello che mi dà Tesla: un software che si aggiorna, una macchina evoluta, una rete di supercharger. Quello che risparmio nel carburante va in autostrada alberghi, ristoranti e mi permette di viaggiare molto di più.”
E c’è chi di Tesla ne possiede addirittura due: una Model 3 e una Model Y. È Ettore, 68 anni, imprenditore: “Sono stato a trovare mio figlio in Canada. Il suo datore di lavoro aveva una Tesla, l’ho provata e me ne sono innamorato. Avevo un’auto termica dalle alte prestazioni ed era difficile sostituirla con un’altra dalle prestazioni simili. Tesla mi ha dato quello che cercavo. Ho provato altre elettriche dopo che ho acquistato la prima Tesla, ma nessuna mi ha dato le stesse soddisfazioni di guida”.
Tesla e i superchareger
Prima di arrivare alla destinazione finale i teslisti sono stati chiamati ad affrontare una prova di abilità: raggiungere il Tesla Store di Brescia in un tempo prestabilito con il minor consumo di Wh/km. La prestazione migliore è quella di Michele, 48 anni, direttore IT dalla provincia di Bergamo, con la sua Model 3. “Non mi hanno mai superato così tante auto!” – dice ridendo – “Normalmente non sono particolarmente attento ai consumi energetici perché sono imparagonabili rispetto a quanto consumavo con il mio vecchio diesel. Programmo i miei viaggi in base ai supercharger lungo il percorso e non ho mai avuto nessuna difficoltà.”
Eh sì perché la rete dei supercharger in Italia (ma anche in Europa) è sufficientemente capillare da garantire ricariche su tutto il territorio. E lo sa bene Luigi che arriva dalla provincia di Crotone: “Sono appassionatissimo di automotive elettriche e ho colto al volo l’occasione di partecipare al Meeting dei Tesla Owners Italia tra Bergamo e Brescia perché sapevo di trovare persone competenti, anche se ho dovuto fare 1300 km all’andata e altrettanti ne farò al ritorno. Ci ho impiegato 13 ore. Mi sono fermato circa ogni 250 km non solo per ricaricare l’auto, ma anche per riposarmi. Uscivo da un turno di lavoro faticoso, sono infermiere al 118 e le pause mi sono servite per ricaricarmi.”
“Io penso che la rivoluzione venga dal basso, e voglio dare il mio contributo. Sto convincendo altre persone vicino a me ad avvicinarsi a questo mondo. Sono anche assessore nel mio comune con delega alla transizione ecologica. Non c’erano altre alternative per me: quando si dice elettrico si dice Tesla e quindi sono andato a colpo sicuro.”
Tesla Owners Italia per il non-profit
Chi possiede una Tesla ha sicuramente un occhio attento alla sostenibilità ambientale, ma anche a tutto il mondo della solidarietà. Me lo confermano molti proprietari di Tesla, come Ruben che dalla Norvegia ha scelto di associarsi al club Tesla Owners Italia perché sono i più simpatici al mondo (e sorride), ma anche i più onesti quando si parla di volontariato: “Mi sembrano dei ragazzi che fanno un sacco di volontariato e questa cosa può ispirare solo rispetto.”
Anche Ruben non scherza in fatto di km percorsi. Da maggio 2019 ne ha già fatti 165.000. “Avevo un’auto a gasolio di fascia media e miei amici mi dicevano perché non ti compri una macchina migliore. Per me non esisteva macchina migliore se aveva la stessa tecnologia a benzina o gasolio, quindi l’unica macchina migliore era Tesla. L’ho comprata per la tecnologia, che rappresenta un salto di qualità rispetto a tutto quanto fatto nell’automotive fino ad ora. Una macchina elettrica deve sostituire una macchina termica. Tutte le altre non avevano queste caratteristiche. Non potevo avere due macchine una elettrica per la città e una termica per i viaggi lunghi e solo Tesla aveva queste caratteristiche”
Ma c’è anche chi il volontariato lo fa in prima persona come Camillo, medico internista e di medicina di urgenza che nel 2014 si è unito all’equipe di Gino Strada in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola: “E stata un’esperienza sconvolgente anche per un medico, perché la mortalità di persone giovani di 20/25 anni era del 65 %, soprattutto per la carenza di strutture sanitarie adeguate. Già allora riflettevo che se una malattia come Ebola fosse arrivata in Europa occidentale, pur con strutture organizzato, avrebbe schiacciato il sistema sanitario. Sono passati 5 anni e questa cosa si è avverata nei fatti con il Covid-19. Le pandemie non si fermano una volta che si sono scatenate. Bisogna fermarle sul nascere, ma questa cosa non è stata possibile con il Covid-19.”
Sostenibilità, attenzione all’ambiente, solidarietà, passione per la tecnologia e tanti km percorsi: questi sono i soci di Tesla Owners Italia!
(di Emanuela De Vecchi)