Il turismo sostenibile è diventato un tema di grande attualità. Un crescente numero di viaggiatori sta cercando esperienze turistiche che siano rispettose dell’ambiente, culturalmente sensibili e che supportino le economie locali. Questa tendenza è alimentata da una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla necessità di preservare la diversità culturale. Le persone sono sempre più consapevoli dell’importanza di adottare uno stile di vita sostenibile e desiderano estendere questi valori anche alle loro scelte di viaggio.
In questa direzione si muove la recente iniziativa “eSeample”, pensata e ideata da Andrea Bruglia che offrirà navigazioni sostenibili a bordo della sua barca a vela con motore 100% elettrico. Abbiamo incontrato Andrea per farci raccontare di più su questo suo progetto.
Inizia a raccontarmi chi sei, qual è il tuo background e da dove viene la tua passione per la vela.
A.B.: “Vengo da un esperienza commerciale nell’ambito di forniture di dispositivi medici per strutture sanitarie, ma mi sono sempre portato dietro la passione per la vela. Ho iniziato già dagli anni 80 a partecipare a regate a livello locale. E ho una passione sviscerata per il mare, per la natura, per l’ambiente e per gli sport in generale.
Poi durante il periodo del Covid, stando due mesi a casa in contatto costante con il mare e con la natura (io vivo ad Ancona) ho avuto questa folgorazione e ho cominciato a pensare di trasformare la mia barca in elettrico. Io sono già un utilizzatore di veicoli elettrici. Ho una Tesla da 2015 e ho pensato a una transizione verso l’elettrico anche nella nautica e ho cominciato a pensare alla possibilità di organizzare vacanze sostenibili in mare.”
Ma com’è il mercato della navigazione elettrica? C’è interesse nei produttori e negli utilizzatori?
“In Italia siamo molto indietro. Mancano le infrastrutture. Le stazioni di ricarica fast lungo le coste sono scarsissime. Ce ne sono due a ovest due a est e due al sud. L’unica soluzione sono le colonnine elettriche standard presenti nelle marine dove le barche si fermano per la notte o per i rifornimenti. Ma queste colonnine erogano pochissima potenza e quindi caricare un pacco batteria che può andare dai 100 fino a 500 kWh necessita di tempi lunghissimi. Purtroppo la navigazione elettrica oggi non è ancora agevolissima.
Però c’è interesse da parte dei consumatori. Da una serie di indagini che abbiamo condotto sembra esserci una grande opportunità, quasi quanto per le autovetture. E poi il territorio italiano è particolarmente favorevole con i suoi 7500 km di coste e di persone interessate a vacanze sostenibili ce ne sono parecchie, sia italiane che straniere.
Ma non ci sono ancora incentivi, come per le auto. Io ho convertito il motore endotermico della mia barca con un motore elettrico e ho dovuto fare tutto a mie spese. Senza contare le difficoltà burocratiche per immatricolare nuovamente l’imbarcazione.
È un po’ come all’inizio, 10 anni fa con le auto elettriche. Noi siamo dei pionieri. Altri paesi invece, come quelli nordici sono molto più avanzati. Lì c’è grandissima spinta verso la navigazione elettrica. Tutti i canali sono solcati da mezzi elettrici. Ci sono molte più stazioni di ricarica fast. Sono sicuramente molto più avanti e più sensibili nell’attenzione all’ambiente.
Però devo dire che nel mercato dei tender qualcosa si sta muovendo. L’estate scorsa sono andato in Grecia e ho incontrato tantissime imbarcazioni con tender elettrici. Sono persone che come me utilizzano l’auto elettrica per la mobilità quotidiana, mentre per le imbarcazioni più grandi la diffusione è più bassa.
I produttori cominciano a mettere a disposizione l’opzione elettrica per i motori. I cantieri la offrono, ma solo se è il cliente a chiederla. Cominciano però a uscire alcuni catamarani totalmente elettrici.”
E raccontami un po’ della tua barca…
“È un Grand Soleil del 2001, mantenuta con cura in modo da essere ancora prestazionale dopo 20 anni. È una barca di 43 piedi, circa 13 metri, con tre cabine, due di poppa e una di prua e una dinette centrale che può ospitare altre due persone. È equipaggiata con una randa e un genoa a bordo sullo strallo di prua. Si chiama Raggio Verde 2.
Con il motore elettrico abbiamo la possibilità di far muovere la barca con zero emissioni di CO2 perché da quando patiamo a quando ci fermiamo sfruttiamo solo gli elementi naturali. Se non ci fosse vento o fosse scarso o fosse troppo possiamo attivare il motore. E se il vento è eccessivo possiamo utilizzare la forza del vento per ricaricare le batterie del motore elettrico con la rotazione dell’elica che si muove insieme alla barca.”
E che tipo di vacanza proponi?
“È un’esperienza che vuole essere un ritorno alla semplicità. La mia barca non ha volutamente l’aria condizionata. È spartana per un ritorno alla vita a contatto con la natura e con gli elementi naturali, all’insegna dello spreco zero. E anche tutte le esperienze che propongo rispettano questa filosofia, dal cibo, al vino, alla natura, alla cultura. Ci sono percorsi enogastronomici con prodotti locali e tutto è stato scelto con un occhio attento alla sostenibilità ambientale e sociale. E per i trasferimenti a terra abbiamo pensato a viaggi a emissioni zero con veicoli elettici.
Anche la scelta della location di partenza, Punta Ala, è stata fatta con criterio, perché l’arcipelago toscano è un’area marina protetta con isole che non sono raggiungibili dal turismo di massa. E potrebbe essere per noi anche una grande sfida quella di poter raggiungere queste aree tutelate garantendo con la nostra barca un impatto pressoché nullo sull’ambiente.”
E che progetti hai per il futuro.
“Intanto partiamo e vediamo quello che succede. Per ora non è una attività professionale, lo faccio perché ci credo e posso dedicare un pò di tempo a studiare questo nuovo modo di navigare pienamente sostenibile. Poi è evidente che le opzioni possono essere tantissime e le più svariate. Noi vogliamo perseguire questo concetto di sostenibilità. Ci sono già delle proposte da varie istituzioni per affiancare la nostra esperienza e quindi fare delle cose aggiuntive insieme. Ma non ne parlo perché sarebbe prematuro e non voglio rovinare l’effettiva capacità di raggiungere l’obiettivo. Però il mondo della sostenibilità in questo momento è pieno di opportunità e contenuti. Si tratta solo di andarle a cercare. Non ti nascondo che ci piacerebbe raggiungere una flotta di barche per poterle metter a disposizione ovunque nel mondo dove c’è un corso d’acqua, un mare, una banchina o un porto. La nostra ambizione è quella di diffondere il verbo della navigazione sostenibile e della vacanza sostenibile. Se questo poi può portare anche a un cambiamento nell’ambito lavorativo marino o lacustre noi siamo più che contenti.”