Non si chiamano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre e non portano oro, incenso e mirra, ma generatori, cibo, medicinali e regali per i bambini. A bordo dei loro tre veicoli elettrici – tre Tesla – i Re Magi “elettrici” sono partiti da lontano per raggiungere Leopoli, nella notte dell’Epifania, dove li attende Padre Igor Boyko, rettore del Seminario greco cattolico. Sono tre soci di Tesla Owners Italia, l’associazione che riunisce i proprietari di vetture Tesla. Partono per un viaggio che è un po’ una sfida – spingersi con tre auto elettriche in un paese dove l’energia è un’emergenza – e un po’ un messaggio per una nuova mobilità possibile: attraversare l’Europa senza inquinare rispettando l’ambiente.
La prima tappa inizia dalle sedi delle associazioni milanesi che da settimane raccolgono materiale da donare al popolo ucraino. Milano Sospesa insieme al Rotary Club Milano Precotto, Aiutility e Fondazione Archè hanno pensato innanzitutto ai bambini. E così le Tesla sono state invase da pacchi colorati preparati con amore: ogni dono contiene una cosa dolce, una cosa calda, un giocattolo e una letterina scritta da un bambino italiano per un bambino ucraino. E poi medicinali, latte pediatrico, arance bio, siringhe, panettoni, vestiti, computer, power bank e una antenna Starlink.
Dopo alcune tappe per ricaricare auto e autisti, sempre velocissime anche grazie alla rete europea ultrafast in roaming con BeCharge, le tre Tesla passano il confine e sono in territorio ucraino. Nessuna coda alla dogana, come se un’immaginaria cometa avesse voluto spianare loro la strada e guidarli verso la meta.
“Appena le ruote della mia Tesla hanno toccato il territorio ucraino, sapendo che è una terra martoriata dalla guerra, ho provato una sensazione strana di mancanza di libertà” racconta Luigi, che con la sua Tesla è partito da Crotone e al termine del viaggio avrà percorso 5400 chilometri “Me lo ha confermato anche una famiglia ucraina che ha vissuto in Italia con cui ho parlato. Questa è la cosa che gli manca di più. Non tanto il cibo, l’elettricità o alrti beni materiali, ma la libertà.”
Giunti a Leopoli prima cosa è la ricarica delle auto presso il punto fast gestito dal Tesla Club Ucraina, giusto nel tempo di gustare una squisita cioccolata calda. Niente polverine o preparati già pronti, ma vero cioccolato: una deliziosa tradizione a cui gli ucraini non intendono rinunciare.
E poi via verso l’ospedale pediatrico di Leopoli per portare i doni ai bambini. Per loro è la Vigilia di Natale, che nei paesi di tradizione ortodossa è il 7 gennaio. “Abbiamo portato 90 pacchetti tutti con allegre decorazioni natalizie.” – continua sempre Luigi – “I piccoli ci sono venuti incontro, altri li abbiamo raggiunti nelle camere. Negli occhi di tutti ho visto gioia e meraviglia che difficilmente potrò dimenticare.”
E infine verso la destinazione finale, il Seminario di Leopoli, dove si ricongiungono con gli altri volontari della Missione Valentina 6, partiti da Parma con ambulanze da donare e un carico di luce: un generatore industriale per alimentare un intero reparto dell’ospedale di Kyïv e una moltitudine di piccoli generatori destinati oltre che a Leopoli anche alle zone di Kharkiv e Kherson, dove le famiglie stanno vivendo i momenti peggiori dopo la liberazione dalle forze russe. “Qui i russi hanno distrutto tutto. Nell’ospedale di Izjum, nell’Oblast di Kharkiv sono state persino sradicate le bocchette dell’ossigeno dai muri e hanno minato tutte le aree circostanti” racconta Matilde Leonardi neurologa dell’istituto neurologico Carlo Besta di Milano, che ha già coordinato oltre venti missioni umanitarie in Ucraina.
La cena della Vigilia di Natale al seminario, organizzata da Padre Igor e sua moglie Lesia per tutti i volontari da Milano e da Parma oltre che per molti studenti del seminario, è l’occasione per ascoltare tradizioni diverse e fare festa assieme, condividendo le emozioni dell’essere in un luogo di guerra in un giorno di grande festa. È poi il momento della Messa del Natale ortodosso che qui si celebra il 7 gennaio. La partecipazione è molto forte, non solo come numero di fedeli ma per l’energia che sprigiona durante la lunga cerimonia. È tutta una grande armonia di animi e di voci.
“Sono una grande comunità, molto uniti tra di loro. Hanno una grande devozione legata alla loro cultura profonda” racconta Marco, fotografo che ha accompagnato la missione. “Di tanto in tanto i sacerdoti scendono in mezzo ai fedeli e raccontano della nostra presenza, del nostro viaggio e degli aiuti che abbiamo portato. La nostra presenza, il fatto di essere fisicamente lì, la nostra vicinanza era per loro quasi più importante degli aiuti portati.” – continua Marco – “Ho visto molte persone piangere. Sono in difficoltà, ma hanno una forza e una dignità impressionante.”
Prima di ripartire per l’Italia l’ultima tappa è per consegnare latte e alimenti per bambini a Suor Giustina, genetista e psicologa, 1 metro e 60 di forza, energia e grande spiritualità, fondatrice del primo Hospice Neonatale Ucraino. Il suo racconto cattura e affascina “C’erano persone che non volevano più andare via” racconta Luca Del Bo, presidente di Tesla Owners Italia che ha coordinato questa missione. Suor Giustina, 45 anni, lavora nei reparti neonatali per curare i bambini nati con gravi problemi o malformazioni, ricoverati in terapia intensiva, e supporta anche le famiglie e la comunità.
Il ritorno in Italia è tranquillo, la dogana dall’Ucraina in Polonia è lunga ma non ci sono problemi e la lunghezza del viaggio è attenuata dalla condivisione delle emozioni che resteranno per sempre negli occhi e nel cuore di tutti i “Magi Tesla”.
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