Ricordate quando i giornali scrivevano ‘L’auto elettrica non la vuole nessuno’ o ‘Auto elettrica in tilt: ora frenano anche Stati e case produttrici’? Dimenticate tutto, da oggi si cambia direzione.
Ieri gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche sono stati polverizzati in poco più di otto ore. Messi online alle 10 di mattina alle 19 erano già esauriti gli oltre 201 milioni di euro a disposizione per l’acquisto di un’auto elettrica.
C’è chi grida al complotto, chi afferma che gli incentivi non siano realmente finiti, ma nella realtà questo è il segnale che qualcosa sta finalmente cambiando. Infatti, facendo un rapido calcolo, in una giornata sono state vendute oltre 20.000 vetture elettriche, ipotizzando un incentivo medio di 9.000 euro. E se a maggio il mercato dell’auto in Italia ha registrato 139.581 auto nuove immatricolate, per tutte le motorizzazioni, si capisce la portata enorme di questi numeri.
Le motivazioni del successo degli incentivi sono tante. In primis gli importi decisamente appetibili da un minimo di 6.000 a un massimo di 13.750 euro che permettevano, per esempio, di acquistare una Tesla Model Y a partire da 28.940 euro. Dobbiamo dire “permettevano”, perché oggi non è più possibile averla a questi prezzi, ma forse c’è ancora qualche speranza.
Infatti, il decreto Ecobonus permette di spostare i finanziamenti da una fascia di incentivo all’altra per adeguarsi alla domanda. Inoltre, come dichiara il presidente di UNRAE, Michele Crisci “scopriamo con sorpresa il giorno dell’apertura della piattaforma che non sono stati resi disponibili tutti i fondi previsti per le autovetture: mancano ben 178,3 milioni. Per farlo sarà adesso necessaria l’emanazione di un DPCM apposito, che auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile, per evitare l’ennesimo periodo di incertezza che si prospetta per il mercato”.
Su una sola cosa forse avevano ragione i detrattori dell’auto elettrica, cioè che fosse troppo cara. Infatti, non appena gli italiani hanno potuto mettere le mani su un’auto più efficiente, tecnologica e sostenibile a un prezzo ragionevole si sono lanciati in massa.
Una tale partecipazione fa perdere senso a tutte le scuse accampate dai no-watt per l’insuccesso delle auto elettriche: dalla mancanza di colonnine, allo smaltimento delle batterie, ai costi dell’energia elettrica. Nulla di tutto questo: si aspettavano solo gli incentivi partoriti con una gestazione lunghissima.
“Flotte professionali e privati hanno atteso per troppo tempo la possibilità di innovare il proprio parco auto e trascinare ogni anno l’avvio degli incentivi fino all’ultimo non è un’operazione sana. – dice Daniele Invernizzi Presidente eV-Now! e co-fondatore Tesla Owners Italia – L’esaurimento in poche ore dimostra ampiamente che privati e aziende vogliono la trazione elettrica e, ammesso che tutti i fondi siano stati utilizzati, per il futuro è necessario rendere più armonica l’incentivazione anche per rispetto di chi il veicolo elettrico già lo usa e si aspetta da un incremento della base di proprietari un allineamento delle tariffe di ricarica. Il nostro paese deve recuperare velocemente terreno, il veicolo elettrico fa parte della rete elettrica e nel nostro paese questo significa far parte di uno dei sistemi di trasmissione dell’energia migliori al mondo e dunque – potenzialmente – potremmo fare davvero la differenza.”
Ma c’è anche chi storce il naso e chiede un’indagine sull’esaurimento improvviso degli incentivi, come riportato dal Sole 24 Ore. Il presidente di Federauto Massimo Artusi esprime “forti perplessità sull’esaurimento, avvenuto in poche ore, dei fondi ecobonus per le prenotazioni relative alla fascia di CO2 da 0 a 20 grammi/km, in pratica veicoli a trazione esclusivamente elettrica”
“Se, da una parte, ci si potrebbe compiacere della risposta immediata e consistente verso questo tipo di vetture non si può non rilevare come l’esito sia diametralmente opposto alle risposte del mercato di fronte agli Ecobonus 2022 e 2023, che avevano lasciato ingenti residui proprio tra le risorse destinate a questa tipologia di veicoli, che ha sempre incontrato forti difficoltà di gradimento da parte degli acquirenti”
Si vocifera anche il sospetto che l’acquisto sia stato fatto in massa da agenzie di autonoleggio.
“E quindi? – commenta Invernizzi – dobbiamo essere sinceri: le flotte e i noleggi sono il miglior modo per mettere su strada auto elettriche perché mediamente un’auto di flotta fa più chilometri, senza se e senza ma. Saranno gli utilizzatori professionali che stimoleranno la vendita di nuove elettriche o ne porteranno in famiglia altre.”
A un giorno e mezzo dall’entrata in vigore del decreto non possiamo fare a meno di notare come sia ancora disponibile il 90% dei fondi per le auto ibride plug-in e il 74% per ibride, diesel e benzina.
“Le auto a pistoni non le vuole più nessuno!” conclude telegrafico il vicepresidente di Tesla Owners Italia, Pierpaolo Zampini.