Quante volte ci siamo domandati come Tesla, ormai considerata una delle aziende più all’avanguardia sul pianeta quando si parla di energia e rinnovabili, potesse non proporre un sistema di ricarica bidirezionale sui propri veicoli?
Nissan con la sua Leaf, ad esempio, vende questa caratteristica da parecchi anni, ma è rimasta perlopiù utilizzata per sole applicazioni sperimentali, mancando tutta una serie di normative e mercato che consentono di sfruttarla.
Detta in parole molto semplici -per chi ancora non la conoscesse- la ricarica bidirezionale consente non solo di caricare le batterie dell’auto, ma anche di utilizzare l’energia accumulata nelle batterie per contribuire a stabilizzare la rete elettrica, cosa che le batterie abbiamo visto essere in grado di svolgere egregiamente.
Tesla sino ad oggi non ha mai parlato di offrire questa possibilità sui veicoli, forse per evitare usi impropri con conseguente degrado accelerato della batteria. Ha invece proposto un prodotto tutto dedicato all’accumulo domestico, una delle batterie più avanzate sul mercato, la Powerwall 2.
La novità sull’argomento del V2G nasce da un teardown per un competitor Tesla dove, Marco Gaxiola, ingegnere elettronico ha effettuato un reverse engineering del caricatore di bordo della Model 3 scoprendo che è già progettato per supportare la ricarica bidirezionale!
L’ingegnere ha fatto presente al magazine online Electrek che il progetto del caricatore di bordo AC-DC della Tesla Model 3 è totalmente bidirezionale e può convertire la corrente da alternata a continua oppure l’esatto contrario cioè prelevando la corrente della batteria e fornendola in forma alternata per l’uso di rete.
In altre occasioni può risultare utile, come ad esempio la possibilità di offrire a bordo veicolo una presa elettrica per alimentare carichi che abitualmente utilizziamo a casa o al lavoro. Questa caratteristica può essere particolarmente richiesta a bordo di un pick-up come il Cybertruck, permettendone un utilizzo come mezzo di lavoro e come generatore di energia elettrica.
L’ingegnere conclude facendo presente che questa funzionalità può essere abilitata in qualsiasi momento con un aggiornamento software da parte di Tesla.
Siamo davanti all’n-esimo esempio di quanto sia importante e quante implicazioni può avere in Tesla un componente pensato per lavorare in tutte le situazioni e il vantaggio di definire via software le funzionalità in un secondo momento. Se poi lo uniamo alla capacità di Tesla di creare un ecosistema di prodotti integrati per l’energia, le possibili applicazioni diventano numerose.
Tesla a passi sempre più decisi sta entrando nel settore Energy, che sarà facilmente sconvolto dalle sue innovazioni. Prodotti come Autobidder unito ad un parco auto/batterie ad alta durata distribuito nel mondo può diventare un asset appetibile per le aziende di servizi energetici e un ulteriore valore /fonte di remunerazione per Tesla e i Tesla Owners, che potrebbero offrire la loro auto per contribuire a fornire servizi di rete.