Correva l’anno 2015 quando Tesla, per potersi dotare di un centro di distribuzione in Europa, apriva una succursale a Tilburg, in Olanda; inizialmente solo un magazzino logistico dove le auto in arrivo dagli USA venivano preparate per la consegna e dove transitava anche una parte dei pezzi di ricambio. Il Centro era aperto alle visite e alle consegne dirette ai clienti, e molti di noi hanno approfittato di una vacanza in Nord Europa per dare un’occhiata.
Dopo qualche tempo questa facility è diventata anche un centro di assemblaggio per la Model S e la Model X, una “fabbrica-cacciavite” dove le parti pre-assemblate arrivavano via nave e una catena di montaggio provvedeva alle operazioni finali, con tanto di pista di prova interna, reparto verniciatura e finizione.
La produzione delle due ammiraglie però è stata sospesa da quando – lo scorso febbraio – sono state introdotte importanti modifiche alla meccanica e agli interni che possono, per il momento, essere eseguite solo a Fremont, quindi per molte persone che lavorano a Tilburg si preannunciano licenziamenti, se non la dismissione di tutto l’impianto di assemblaggio, anche in vista dell’apertura dell’impianto di Grunheide a Berlino. Per il momento sono un centinaio i posti di lavoro a rischio ma Tesla, com’è sempre accaduto in passato, sta ricollocandoli in altri dipartimenti dell’azienda e – visto che a Berlino si va delineando un problema nel reperimento della mano d’opera – non è detto non venga loro proposto il trasferimento nella capitale tedesca, distante 680 km.
Passando alla Giga Berlin, ecco che spuntano un po’ di cifre (nonché gli immancabili problemi) sul valore degli investimenti. Come già riferito qui, la Giga Berlin sta attraversando un momento di fervore costruttivo mai visto, prima, forte anche di un miliardo di euro assegnato dalla UE per il settore di fabbrica che si occuperà di batterie, ma i giornali tedeschi riferiscono di notevoli ritardi nella finalizzazione di alcune strutture essenziali per dare il via alla produzione di Model Y. In più Tesla sta incontrando una decisa opposizione sul fronte sindacale perché intende applicare a Grunheide gli stessi principi delle fabbriche americane e cinesi, dove non è previsto un “consiglio di fabbrica” e dove le attività sindacali sono a dir poco scoraggiate. Il ministero dell’Economia del Brandeburg ha rivelato che i soldi investiti da Tesla per questo progetto, che in questo momento è il più grande d’Europa nel mondo automotive, assommano a 5,8 miliardi di euro.