Se stai pensando di acquistare un’auto ibrida plug-in per salvare il pianeta e il tuo portafoglio, purtroppo abbiamo cattive notizie. Queste auto non sono né economiche né green!
Costano di più
Una ricerca del Politecnico di Milano del 2022 ha evidenziato come il Total Cost of Ownership, ovvero il costo di gestione totale lungo tutto il ciclo di vita delle ibride plug-in sia più alto rispetto alle altre motorizzazioni.
Lo studio “Factors affecting cost competitiveness of electric vehicles against alternative powertrains: A total cost of ownership-based assessment in the Italian market” ha voluto confrontare i costi totali di gestione delle auto per i quattro principali segmenti di auto:
- segmento A: le mini car (es. Fiat Panda, Smart Fortwo);
- segmento B: le auto piccole o utilitarie (es. Lancia Ypsilon, Opel Corsa);
- segmento C: le auto medie (es. VW Golf, Ford Focus);
- segmento D: le auto grandi (es. Alfa Romeo Stelvio, BMW X4).
Per ciascun segmento sono state prese in esame le sette motorizzazioni presenti sul mercato: alimentazione a benzina, diesel, veicoli elettrici, ibride, ibride plug-in, GPL e metano.
Il risultato è un’indagine molto accurata che analizza i costi totali a partire dall’acquisto, con eventuali incentivi, i costi di gestione dell’auto, i costi per il carburante o l’elettricità per la ricarica fino al valore finale dell’auto. Il tutto valutato su un periodo di 11 anni, che rappresenta la vita media di un auto nel mercato italiano, o 150.000 km.
Se le auto elettriche risultano vincenti su due segmenti su quattro, non si può dire lo stesso per ibride plug-in che sono nettamente le più onerose in termini di mantenimento nei segmenti B e C.
Inquinano di più
Ma non solo! Gli ultimi test condotti da Transport & Environment dimostrano che le ibride plug-in inquinano più di quanto effettivamente dichiarato dalle case produttrici.
Le auto ibride plug-in vengono ancora presentate come una soluzione ecosostenibile, ma i test condotti sulle auto di ultima generazione indicano che inquinano molto di più di quanto dichiarato sui percorsi urbani.
Transport & Environment ha commissionato il test all’Università di Tecnologia di Graz su tre modelli PHEV recenti, una BMW Serie 3, una Peugeot 308 e una Renault Megane. Tutte le tre auto hanno emesso più CO2 di quanto dichiarato dalle case automobilistiche quando sono stati testate su strada, anche quando sono partite con la batteria carica.
Le ibride plug-in offrono dunque alle città ben pochi benefici per il clima o la qualità dell’aria perché non c’è alcuna garanzia che vengano guidate elettricamente.
Un trucco per guadagnare crediti CO2
Grazie a questi valori di CO2 dichiarati esageratamente bassi, le case automobilistiche possono ridurre complessivamente il monte di emissioni annuali e dunque guadagnare in crediti di CO2.
Sempre Transport & Environment ha calcolato che questa operazione ha un valore economico che nel 2022 è stata quantificata per le tre case automobilistiche analizzate pari a:
- BMW: 0,9 miliardi di euro
- Stellantis: 1,3 miliardi di euro
- RNM (Renault Nissan Mitsubishi) 0,3 miliardi di euro.
Di tutto questo e di altro ancora ne abbiamo parlato nella nostra diretta di lunedì 3 aprile.