Il percorso professionale ed il profilo di questa figura di riferimento nel mondo dell’accumulo elettrochimico ci serve a delineare una storia che possiamo intravedere per ora in poche aziende ma che é destinata a diventare più frequente nei prossimi anni. Nel cuore della Sylicon Valley infatti emerge una figura prepotentemente per il suo contributo significativo sebbene defilata per carattere: Kurt Kelty. Nato e cresciuto in un’epoca dove la tecnologia delle batterie era ancora ai suoi albori, Kelty ha intrapreso un percorso che lo avrebbe posto al centro della rivoluzione dei veicoli elettrici.
La sua avventura inizia nei corridoi del Swarthmore College, dove si laurea in Biologia, per poi proseguire alla Stanford University, dove ottiene un Master of Science. Questo background accademico, che combina scienze della vita e ingegneria, ha posto le basi per una carriera all’insegna del progresso nei sistemi di accumulo energia, l’energia elettrica, la base di tutto il nostro mondo.
Dopo gli studi, Kelty entra in Panasonic, dove fonda il laboratorio di ricerca e sviluppo delle batterie negli Stati Uniti (ricordate bene quest’azienda perché è strettamente legata alla nostra storia) in Panasonic, Kelty lavora a stretto contatto con le tecnologie elettrochimiche più avanzate, sviluppando competenze che diventeranno fondamentali per il suo futuro ruolo in Tesla.
Esatto: la svolta arriva quando Kelty si unisce a Tesla, guidando per oltre un decennio lo sviluppo delle batterie. Sotto la sua guida, Tesla non solo lancia l’iconica e sudatissima Roadster, ma definisce anche la strada per i successivi capolavori ingegneristici: Tesla Model S, Model X, e Model 3, rivoluzionando l’industria automobilistica con innovazioni senza precedenti nel campo delle batterie.
La sua esperienza e visione lo portano poi in Sila Nanotechnologies, dove, come VP di Commercializzazione e Ingegneria delle Batterie, guida la vendita e il dispiegamento dei materiali innovativi, aprendo nuove frontiere per le batterie del futuro.
Il capitolo più recente della sua carriera lo vede approdare a General Motors (GM) nel ruolo di Vice President of Batteries, una mossa che sottolinea la crescente importanza dell’elettrificazione per i colossi automobilistici tradizionali. Con GM che annuncia un investimento di 35 miliardi di dollari nell’elettrificazione e nelle tecnologie autonome entro il 2025, il ruolo di Kelty diventa cruciale. La sua competenza non solo promette di accelerare lo sviluppo di batterie più efficienti ed economiche ma anche di posizionare GM come leader nella transizione verso l’elettrificazione.
La storia di Kurt Kelty, da studente appassionato a pioniere dell’elettrificazione, riflette la traiettoria di un settore in continua evoluzione. Con una visione chiara e una dedizione incrollabile, Kelty non solo ha contribuito a plasmare il futuro dei veicoli elettrici nell’azienda leader mondiale del settore, ma continua a guidare l’industria verso orizzonti sempre più elettrici e a batterie. La sua storia è un chiaro esempio di come la passione per la scienza e la tecnologia, unita a una visione lungimirante, possano effettivamente guidare professionalmente anche molti altri giovani, un esempio che dovremmo studiare nelle nostre eccellenti università italiane, affinché sia da riferimento a tanti giovani talentuosi che guardano alla mobilità elettrica con coraggio, speranza e dedizione; anche l’Italia e gli italiani ne sono certo, faranno la differenza.