Green Hypocrisis: è questo il titolo della puntata di Report andata in onda lo scorso 19 novembre. Una puntata che pare sia stata studiata a tavolino per inviare un messaggio negativo verso le mobilità elettrica. Secondo Report le batterie delle auto elettriche sono responsabili di tutti i disastri ambientali, le crisi umanitarie e i diritti negati dall’Indonesia al Congo al Cile.
Senza negare le ripercussioni sull’ambiente dei processi estrattivi delle varie materie prime (tra le quali non bisogna dimenticare il petrolio) la realtà è leggermente diversa da quella raccontata da Report.
Ne abbiamo voluto parlare con il prof. Alessandro Abbotto, chimico e docente presso l’Università degli Studi Milano Bicocca, nella nostra diretta streaming di lunedì 4 dicembre. Prof Abbotto, in cosa ha sbagliato Report?
“Ho assistito incredulo alla trasmissione, perché sono da sempre un sostenitore di Report. La redazione è costituita da giornalisti molto preparati, ma evidentemente non su questo argomento. Innanzitutto la partenza dal nichel è abbastanza curiosa. Quando si parla di batterie delle auto elettriche si pensa al litio, alla sua presunta scarsità, si pensa al cobalto e alla violazione dei diritti umani nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo.”
“Invece Report si è concentrata principalmente sull’estrazione del nichel incolpando l’auto elettrica dello sfruttamento e del disastro ambientale che la sua estrazione sta causando. In realtà nelle batterie il nichel c’entra poco. Se è vero che il nichel è contenuto nelle batterie NMC, Nickel Manganese Cobalto, in realtà la quantità è molto piccola rispetto all’uso globale del nichel negli altri ambiti, primo fra tutti quello delle leghe metalliche. Nelle batterie viene utilizzato meno del 10% del nichel totale estratto, mentre viene da sempre utilizzato per leghe a base di ferro come ad esempio l’acciaio inox. Ha tantissimi utilizzi in campo alimentare e nella costruzione di materiali in cui è necessario avere alta resistenza alla corrosione come l’industria automobilistica in tutte le parti interne di un motore a combustione. E poi lo troviamo in ambito industriale, costruzioni, medicina, utensili da cucina e anche in ambito militare.”
“Questo non significa negare lo sfruttamento che sta avvenendo in Indonesia dove l’impatto a livello ambientale è innegabile. Ma incolpare l’auto elettrica di questo disastro non è corretto. L’industria estrattiva di metalli e di materie prime ha da sempre un impatto ambientale consistente, partendo proprio dall’estrazione del petrolio.”
“E poi c’è la questione del litio e del cobalto. Questi elementi sono da sempre presenti nelle batterie a ioni di litio commercializzate dalla Sony fin dal 1991 e utilizzate in tantissime batterie di oggetti tecnologici di uso quotidiano come computer portatili, smartphone e decine di altri dispositivi elettronici. Le batterie delle auto elettriche sono solo le ultime arrivate. Certo non possono essere negati i problemi nell’estrazione del cobalto. Ci sono diritti umani violati nella Repubblica Democratica del Congo, ma che non possono essere imputati alla sola produzione di batterie di auto elettriche a fronte della presenza da decenni di miliardi di smartphone nel mondo.”
“Semmai il merito delle automobili elettriche è stato quello di mettere in luce questo problema che è stato in buona parte risolto. Infatti il cobalto utilizzato per costruire le batterie delle automobili elettriche ora proviene da miniere dove vengono tutelati i diritti dei lavoratori e dove non viene sfruttato il lavoro minorile. Per le aziende che lavorano nel campo della sostenibilità, come Tesla, è importante garantire tutta la filiera.”
“E poi c’è un altro tema che Report non ha per nulla affrontato: ormai da anni si stanno facendo ricerche per produrre batterie senza cobalto. Nel 2022 le batterie LFP Litio Ferro Fosfato coprivano già il 30% del mercato delle automobili elettriche contro il 60% delle batterie Nichel Manganese Cobalto e questo dato è in continuo aumento. Nel campo dell’automotive ci si sta svincolando sempre più dal cobalto e anche dal litio. Il litio è ancora utilizzato in tutte le batterie, però si è già al lavoro per sviluppare le cosiddette batterie ‘post litio’ a base di sodio. I chimici sanno bene che il sodio e il litio hanno proprietà analoghe e basta quindi sostituire il litio con un elemento equivalente come il sodio largamente disponibile negli oceani e nei mari. Le batterie al sodio stanno diventando realtà proprio in questi anni in Cina dove ci sono già 30 impianti che produrranno a breve batterie al sodio. È già stata annunciata nel 2024 la prima automobile con batteria al sodio e la ricerca si sta impegnando per superare alla radice questi problemi: eliminare litio, cobalto e nichel dalle batterie.”
Nella nostra puntata di lunedì 4 aprile abbiamo anche affrontato i temi dibattuti nella Cop28 con l’ing. Domenico Vito e abbiamo analizzato nel dettaglio il nuovo Cybertruck appena presentato negli USA.