Una puntata dedicata alla transizione energetica quella di Petrolio andata in onda martedì 5 marzo su RaiTre.
Tra gli ospiti anche Fabio Dragoni controverso opinionista de La Verità che già ai tempi della pandemia si era distinto per le sue posizioni no-vax. Non bastasse questo di recente ha pubblicato un libro, dal titolo volutamente provocatorio “Per non morire al verde” nel quale alimenta i dubbi su inquinamento e cambiamenti climatici.
Le premesse non sono buone. E infatti non si smentisce. Dal suo libro tira fuori una serie di dati discutibili:
- “Il GSE paga l’energia prodotta dai vari pannellisti [ovvero chi produce energia domestica in eccesso dai pannelli solari e la rivende al gestore ndr] 13,6 miliardi ogni anno e la rivende a 2,9 miliardi” Quindi c’è un incentivo, lo interrompe il conduttore Duilio Gianmaria “Già c’è un incentivo che ha un costo che sta negli oneri di sistema che gli altri italiani hanno in bolletta. Quindi l’energia solare costa perché la pagano gli altri.”
- “Dentro una bottiglia di un litro di benzina ci sono 7000 kcal. Sapete che pannello solare ci vuole per quelle 7000 kcal? Un pannello da 10 metri quadrati illuminato 10 ore al giorno. Ora ditemi voi cosa è più rispettoso dell’ambiente? Una bottiglietta di benzina o tappezzare chilometri quadrati di verde con questa roba prodotta in Cina?”
Forse non sarebbe nemmeno necessario commentare, ma la discussione non si è limitata alla sola trasmissione, ma ha preso vita anche su Linkedin, dove Franco Butera, professore Emerito del Politecnico di Milano scrive: “Sto seguendo la trasmissione Petrolio su Rai 3. È intervenuto Dragoni, giornalista de La Verità e ha dato un cumulo di dati falsi. Tipo quello secondo cui il GSE al cittadino che installa un impianto fotovoltaico sul suo tetto paga per ogni kWh di più di quanto non lo venda, perdendoci. E altre falsità del genere, ingannando i telespettatori senza che nessuno contestasse le sue menzogne. Mi domando: è accettabile che la RAI si presti alla disinformazione così palese? Mi aspetterei che al prossimo numero il conduttore dica pubblicamente che Dragoni ha mentito.”
E interviene anche Nicola Armaroli a smentire i dati forniti da Dragoni: “Questo è FALSO. Lei usa i numeri dei vecchi conti energia e li applica a tutte e a tutti. Ora esiste il RID (Ritiro Dedicato) e a me il GSE dà un prezzo molto inferiore a quello a cui lo vende.”
In effetti i dati citati da Dragoni si riferiscono al solo anno 2021 e al solo Conto Energia. Dettagli che Dragoni ha naturalmente omesso, lasciando intendere che questa fosse la situazione reale corrente per tutti i possessori di impianti fotovoltici che immettomo energia in rete. La situazione è in realtà molto più complessa e con il Ritiro Dedicato (non applicabile a tutti) il GSE acquista energia a un costo inferiore a quello di vendita.
E ancora: “Si è mai chiesto come sia possibile che un litro di benzina – con il 60% di tassazione – costi meno di un litro di acqua minerale nella peggior pizzeria italiana? Se si dà una risposta, forse capisce che è meglio approfondire la questione quando si parla di sussidi al settore energetico. E si rende conto dell’immenso fiume di sussidi che ricevono i fossili. 7000 miliardi di dollari nel 2022, come ci ricorda FMI.”
Sulla questione ‘bottiglietta’ interviene da Linkedin anche Massimiliano Livi, Project Manager biomass and renewable energy che così commenta:
“Lei, furbescamente, mescola la densità energetica con quella che può essere generata nel tempo. Lei ogni giorno deve estrarre e lavorare del petrolio per produrre 1 litro di benzina; mentre per il pannello FV estrae e lavora quello che serve soltanto una volta (e poi rimane quello per 30 anni). Quanti litri di benzina ci vogliono per produrre l’energia del pannello nell’arco di 1 anno? Facciamo 160-180 litri? E nell’arco di 20 o 30 anni? E quanto spazio abbiamo occupato adesso con la benzina?
Inoltre, nel famoso spazio del suo litro di benzina, lei ha considerato lo spazio occupato (e l’energia usata): dai pozzi petroliferi, dagli oleodotti, dalle petroliere, dalle raffinerie, dai distributori di benzina e da tutto quello che ci gira intorno?
Ha considerato le emissioni nocive sono prodotte lungo tutta la catena, o se preferisce il Life Cycle Assessment (LCA), il valore di EROEI, ecc.
Purtroppo lei non ha argomenti per poter indurre il dubbio sul percorso avviato, ovvero la riduzione, sempre maggiore, dei combustibili fossili, e non le rimane che fare una battaglia di retroguardia.”
Inutile dire come il dibattito suscitato dalla partecipazione di Dragoni a Petrolio rifletta le complessità nell’affrontare le questioni ambientali e scientifiche nei media. Se è importante garantire la diversità di opinioni, è fondamentale la divulgazione di informazioni accurate e con basi scientifiche, specialmente su questioni cruciali come il cambiamento climatico e la salute pubblica.